"Anche i miei dati sono fra quelli violati da Cambridge Analytica", ha riconosciuto Mark Zuckerberg nella seconda giornata di audizioni fiume al Congresso degli Stati Uniti. "È inevitabile la necessità di alcune regole, ma deve esserci equilibrio per evitare un eccesso di limitazioni che finiscano per soffocare le startup, tarpando le ali a sviluppo e novità". Questo, in sintesi, l'appello del fondatore di Facebook, che martedì aveva fatto mea culpa davanti al Senato, riconoscendo la vulnerabilità del social.
Nel corso dell'audizione Zuckerberg è stato chiamato a spiegare nel dettaglio come funziona la raccolta di dati, dallo scambio di foto alla storia sul browser. Nei confronti di Cambridge Analytica ha continuato a puntare il dito contro quella "parte terza" che ha agito all'insaputa del network, raccogliendo i dati di 87 milioni di utenti.
Nel frattempo a Wall Street Facebook è risalita e questo mentre il suo CEO era ancora sotto torchio al Congresso.
ATS/CaL