Il 2023 si chiude per Vladimir Putin e per la Russia meglio di come si era chiuso l‘anno precedente, sia dal punto della stabilità politica ed economica interna, che da quello sulla scacchiera internazionale, con la guerra in Ucraina che sta prendendo una piega favorevole da una parte e dall’altra con Mosca che, seppur isolata sul fronte occidentale, può comunque contare su buoni rapporti con molti paesi chiave nel resto del mondo, dall’Asia al Sudamerica passando per l’Africa. Il Cremlino, dopo il 2022 con fasi altalenanti e i primi sei mesi di quest’anno ancora incerti, ha ripreso a guadagnare punti su tutti i lati, arroccandosi però su vecchie posizioni che saranno anche quelle del prossimo futuro, con la decisione di Putin di presentarsi alle prossime elezioni presidenziali di marzo 2024, ufficializzata solo nei giorni scorsi.
Putin parla alla nazione
Telegiornale 14.12.2023, 12:30
Stabilità interna
Sei mesi fa, quando alla fine di giugno è andato in onda lo scontro aperto tra Putin ed Evgeny Prigozhin, il capo della compagnia Wagner, con la marcia su Mosca del 24 giugno che ha tenuto col fiato sospeso mezzo mondo, una sorta di tentativo di colpo di stato mal organizzato e mal riuscito, la Russia è apparsa sull’orlo del tracollo; la verticale del potere in procinto di precipitare a causa dei dissidi insanabili tra i vertici militari, rappresentati dal ministro della Difesa Sergei Shoigu e dal generale Valery Gerassimov, e appunto Prigozhin. Nel giro di 24 ore la questione è stata però provvisoriamente risolta e un paio di mesi dopo in maniera definitiva dopo l’esplosione in volo dell’aereo su cui viaggiava l’ormai ex protetto del presidente.
Oggi si può dire che la vicenda non ha indebolito il Cremlino, ma lo ha rafforzato, almeno a quanto è dato a vedere e appunto dalla decisione di Putin di avviare un nuovo mandato, il quinto dal 2000. I gruppi di potere, nell’amministrazione, nell’intelligence e nelle forze armate, paiono essere ancora compatte dietro il presidente, al netto ovviamente della vicenda Prigozhin e degli screzi interni da sempre presenti. Il risultato di questo rafforzamento della verticale al cui apice è sempre Putin è però l’ulteriore repressione nei confronti di ogni tipo di dissenso interno ed esterno, con la Russia che prosegue la sua involuzione autoritaria. L’economia del paese, sempre singhiozzante, ma non certo crollata di fronte alle sanzioni occidentali, consente alla leadership russa di mantenere ancora un buon controllo senza timori di rivolte sociali.
Il futuro della Wagner
Telegiornale 27.08.2023, 20:00
La guerra in Ucraina
Lo scorso anno, con le truppe del Cremlino che tra settembre e novembre erano state respinte a sud di Kharkiv e a novembre si erano ritirate sulla riva sinistra del Dnipro nella zona di Kherson, la Russia aveva subito due sconfitte senza appello. La riorganizzazione durante l’inverno 2022/23, tattica e tecnica, ha permesso nei dodici mesi successivi di entrare in una fase positiva: l’avanzata lenta del Donbass è proseguita dopo le vittorie principali tra Soledar e Bakhmut, mentre sul fronte meridionale le tre linee di difesa approntate dal generale Sergei Surovikin hanno fermato la controffensiva ucraina, decretata fallita dallo stesso presidente ucraino Volodymr Zelensky. Se in questa fase del conflitto la Russia sembra essere dunque in vantaggio, la cornice rimane quella di una lunga guerra di logoramento. Le possibilità ucraine di raggiungere gli obbiettivi dichiarati di scacciare i russi dal Donbass e dalla Crimea dipendo da quanto gli Stati Uniti e gli alleati occidentali saranno in grado e vorranno di mettere sul piatto, al di là del fatto che Mosca non starà a guardare. Putin chiude comunque il 2023 con una vittoria parziale.
Il fronte internazionale
Lo spostamento degli equilibri mondiali avviato nel 2022 si è consolidato quest’anno sulla medesima linea: la Russia, in rotta di collisione con l’Occidente, ha tenuto aperti i canali non solo con tradizionali partner come la Cina o l’Iran, ma anche con paesi come l’India, la Turchia o le monarchie del Golfo che già prima dell’invasione russa dell’Ucraina avevano cominciato ad allargare gli orizzonti oltre la tradizionale alleanza con gli Stati Uniti. Così dall’Asia all’America meridionale, passando dalla penisola arabica all’Africa Putin ho trovato la sponda sia per riorientare le partnership economiche e commerciali che per iniziare nuove alleanze geopolitiche. L’avvio della guerra in Medio oriente tra Israele e Hamas ha inoltre aperto un nuovo fronte per l’Occidente che sotto vari aspetti, soprattutto quello del supporto miliare incondizionato all’Ucraina, sembra aver spostato il baricentro degli interessi, facendo indirettamente il gioco della Russia.
Lunga telefonata tra Putin e Netanyahu
Telegiornale 10.12.2023, 20:00