Aung San Suu Kyi ha condannato martedì ogni violazione dei diritti umani e ha dichiarato che chiunque abbia compiuto violenze nello Stato del Rakhine ne risponderà davanti alla legge.
La dichiarazione della leader del Myanmar fa seguito, tra le altre, alla richiesta del Parlamento europeo che, il 14 settembre, aveva chiesto al Governo (e in particolare ad Aung San Suu Kyi) di "condannare in maniera inequivocabile" le violenze nei confronti della popolazione Rohingya in Myanmar. Dal canto suo il Segretario di Stato statunitense Rex Tillerson aveva affermato che è necessario sostenere San Suu Kyi e la sua leadership ma allo stesso tempo essere risoluti con le autorità militari del paese asiatico per far cessare le persecuzioni.
Rohingya - La videoscheda di Anna Valenti
RSI Info 19.09.2017, 20:48
In Myanmar, a causa delle persecuzioni militari e dei combattimenti tra l'esercito e i ribelli musulmani indipendentisti, 380'000 civili di etnia Rohingya sono stati costretti a fuggire dal Rakhine e a cercare rifugio in Bangladesh.
Reuters/ATS/M. Ang.
RG 07.00 del 19.9.2017 Il servizio di Maria Grazia Coggiola
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