Il socialista Pedro Sanchez è stato eletto presidente del Governo spagnolo. Oggi, giovedì, in Parlamento ha incassato 179 voti a favore e 171 contrari. È la terza volta nella sua carriera politica che si trova a presiedere l’Esecutivo.
L’elezione arriva dopo quattro mesi di stallo politico a seguito delle elezioni generali dello scorso 23 luglio.
Il Partito socialista non era uscito vincitore dalle legislative, ma Sanchez è riuscito a farsi eleggere grazie ai voti dei partiti catalani in cambio di una proposta di amnistia a favore dei separatisti incarcerati in Spagna.
È stato inoltre sostenuto dall’alleanza dei partiti di sinistra, dai partiti baschi, dal partito galiziano e dalla coalizione delle Canarie.
Contro di lui hanno votato i membri del Partito popolare conservatore (PP), del partito di estrema destra Vox e l’unico esponente dell’Unione del popolo navarrese.
Il leader del PP, Alberto Nunez Feijòo, immediatamente dopo la proclamazione della fiducia concessa a Pedro Sanchez, si è recato davanti al seggio del premier per stringergli una mano.
Un gesto di galateo istituzionale e di distensione dal grande rilievo politico, che arriva dopo settimane di fortissima contrapposizione in Parlamento, ma soprattutto nelle piazze, tra maggioranza e opposizione sull’intesa a favore dell’amnistia che il PSOE ha raggiunto con gli indipendentisti catalani. Da segnalare che lo stesso gesto non è stato compiuto dal leader della destra estrema di Vox, Santiago Abascal.
Pedro Sanchez è tornato a guidare la Spagna
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