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Terrorismo, le contromisure per Pasqua in Italia

Dopo l’attacco di venerdì a Mosca s’intensifica l’allerta contro possibili attacchi nel Paese in vista del periodo pasquale. Si temono più i lupi solitari che le azioni di gruppi come in Russia

  • 26 marzo, 07:35
  • 26 marzo, 18:12
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RG 7.00 del 26.03.2024 - Il servizio di Anna Valenti

RSI Info 26.03.2024, 07:33

  • Keystone
Di: ANSA/RG/RSI Info 

In Italia è ormai ai massimi livelli l’allerta terrorismo, a cinque giorni da Pasqua, alla luce di quanto accaduto a Mosca venerdì scorso e delle segnalazioni di intelligence che arrivano da più parti su possibili azioni, appunto di matrice terroristica, nei prossimi giorni.

Le autorità italiane hanno intensificato perciò il monitoraggio sul web per intercettare eventuali progetti ostili e la propaganda che stimola la radicalizzazione, come pure si è provveduto ad elevare al massimo i controlli, con ispezioni a campione sui luoghi di aggregazione – con l’attenzione sulle cerimonie religiose per la Pasqua in primo piano - concerti, manifestazioni sportive o di altra natura che richiamano folle, come pure sugli obiettivi sensibili quali stazioni e aeroporti.

Dal Comitato nazionale per l’ordine e la sicurezza pubblica, riconvocato al Ministero dell’Interno di Roma e diretto dal ministro incaricato, Matteo Piantedosi, in seguito all’attacco terroristico di Mosca, sono arrivate lunedì sera le indicazioni per aggiornare le misure di prevenzione già in atto alla luce delle nuove, possibili, minacce.

Ad indicare il livello di tensione ci sono stati del resto lunedì pure due allarmi bomba, poi rientrati: il primo si è verificato a Trani, in Puglia, con un biglietto lasciato in stazione: “Colpiremo i treni. Il 25 marzo sarà il vostro inferno” e una borsa contenente flaconi con liquidi imprecisati, cavi elettrici e un cellulare. Il secondo è scattato a Venezia, con una borsa e un trolley abbandonati a Piazza San Marco, che è stata sgomberata.

Nel corso della riunione, a cui hanno partecipato i vertici dell’intelligence e delle forze di polizia, è emerso che, al momento, non ci sono evidenze di progetti terroristici da compiere in Italia. Va comunque proseguito il monitoraggio sulle possibili situazioni di pericolo, con il rischio emulazione sempre alto in questi casi.

Sono “vigilati speciali” in questa circostanza tutti gli ambienti dove trovano spazio le istanze islamiste più radicali, dai luoghi di culto alle carceri ai centri per il rimpatrio, ma anche il web, dove la propaganda jihadista da parte anche dello Stato islamico ha alzato i toni dopo il 7 ottobre, evento che ha dato nuovo impulso alla narrativa della guerra tra l’Islam e l’Occidente.

Del resto, i “foreign fighters” andati a combattere nel quadrante mediorientale che hanno avuto a che fare con l’Italia acquisendo anche capacità militari sono 149, di cui 39 sono rientrati nel Paese. Si tratta di persone attentamente sorvegliate e per quanto la capacità dello Stato islamico e di al Qaeda di compiere azioni sul suolo europeo sia stata negli anni fortemente ridimensionata, la strage di Mosca ha fatto salire nuovamente l’allarme.

Nella vicina Penisola il rischio più concreto, al momento, è quello del “lupo solitario”, più che della cellula strutturata. Il singolo che si attiva, spesso caricato dalla massiccia propaganda online, per fare un’azione che può anche non necessitare di armi tradizionali come è stato per Mosca. Il monitoraggio della rete ha messo in luce la diffusione di “prodotti su misura” destinati proprio a aspiranti attentatori, per invitarli a passare dalla dimensione virtuale a quella reale.

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