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USA, “Il risultato sarà deciso sempre dagli stessi sei Stati”

Lo stratega repubblicano Ford O’ Connell, già collaboratore di Donald Trump, spiega alla RSI perché secondo lui la corsa dell’attuale vicepresidente USA, Kamala Harris, sarebbe in salita

  • 27 luglio, 06:46
  • 27 luglio, 06:47
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I repubblicani rivedono la strategia della campagna

Telegiornale 26.07.2024, 20:00

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Di: TG/sdr 

La rinuncia di Joe Biden a ricandidarsi per un secondo mandato, lasciando la corsa alla sua vice, ha portato i repubblicani a rivedere la strategia e il messaggio elettorale in modo da contrastare con efficacia Kamala Harris, dopo mesi incentrati su Joe Biden. Alla luce di questo, come cambia la macchina elettorale di Donald Trump a poco più di tre mesi dalle elezioni?

Nel complesso - secondo lo stratega repubblicano Ford O’ Connell, che in passato ha collaborato anche con lo stesso Trump - non cambia, “perché i punti chiave sono sempre gli stessi: Inflazione fuori controllo, confine non sicuro, instabilità all’estero. La differenza ora è che bisogna legare le politiche di Biden a quelle di Harris e ci sono solo 100 giorni per farlo. Quindi quello che direi è che Kamala Harris è Joe Biden 2.0, ma ancora di più una liberale radicale. In effetti, è a sinistra di Bernie Sanders, che la maggior parte delle persone conosce, il senatore socialista, il più liberal del Senato degli Stati Uniti”.

E funzionerà? Kamala Harris ha molto entusiasmo dalla sua al momento...

“Credo che i Democratici in questo momento si stiano entusiasmando per un fuoco di paglia, per quanto riguarda i sondaggi. Al momento mostrano che la loro candidata sta facendo meglio di Joe Biden, ma sta ancora perdendo negli Stati chiave che contano. E se la campagna di Trump riuscirà a dipingerla come una liberale radicale responsabile per le politiche di Joe Biden, allora Donald Trump diventerà il 47° presidente degli Stati Uniti. È una gara tra i repubblicani (che cercano di dire agli americani chi è la vera Kamala Harris) e i democratici, (che cercano di dipingerla come una moderata e una liberal alla moda). Solo pochi giorni fa, era la vicepresidente meno popolare della storia americana e un peso morto della politica. E oggi i Democratici vogliono dire che è la salvatrice dell’America. Siamo seri, è un po’ troppo”.

Quindi lei non è preoccupato...

“Sei sempre preoccupato perché di fatto, anche se i democratici schierassero “Superwoman” e i repubblicani “Superman”, per come è impostato il sistema elettorale, il risultato sarà deciso sempre dagli stessi sei Stati: Pennsylvania, Wisconsin, Michigan, Arizona, Georgia e Nevada. Il voto - spiega O’ Connell - sarebbe molto combattuto comunque. La differenza è che ora dobbiamo assicurarci che i democratici non riescano a confondere il pubblico americano”.

Cosa dire di J.D Vance, il candidato vicepresidente: amato dalla base, è stato scelto quando Trump pensava di sfidare Biden. È la persona giusta anche contro Kamala Harris?

“Credo che J.D Vance sia la persona giusta. Il motivo è che contano gli Stati, il voto popolare non decide le elezioni americane. Quello che conta è il collegio elettorale e i sei Stati di cui ho parlato prima sono sempre gli stessi sei Stati. Donald Trump, per tornare presidente, deve vincere uno Stato tra Pennsylvania, Michigan e Wisconsin, mentre Kamala Harris deve vincerli tutti e tre. Questa è la situazione. E J.D Vance è una persona che parla delle lotte degli uomini e delle donne dimenticati della Rust Belt, dell’America profonda e quindi - chiude lo stratega politico - è il più adatto per parlare delle politiche di Donald Trump in questi tre Stati”.

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