In Ucraina domenica sono ripresi a pieno regime i bombardamenti russi, dopo la fine della "tregua" decretata dal Cremlino. Mosca ha annunciato di aver colpito delle caserme militari di Kramatorsk, infliggendo pesanti perdite all’avversario. Negli attacchi sarebbero morti centinaia di soldati ucraini, 600 circa hanno annunciato. Per la Russia si è trattato di una risposta alla distruzione di una sua base nel Donbass, nella quale sono morti pochi giorni fa quasi novanta soldati.
Una versione, questa, smentita però categoricamente dall’esercito di Kiev e confermata pure da giornalisti Reuters sul posto, che non hanno visto militari ucraini morti laddove sarebbero finiti gli ordigni di Mosca, che invece avrebbero solo devastato altri edifici e una strada. Le autorità locali di Kramatorsk hanno da parte loro parlato di sette missili caduti sulla città la scorsa notte. In attesa di un quadro più chiaro, quindi, secondo gli analisti è plausibile ipotizzare che Mosca abbia voluto inviare un segnale di forza ad uso interno, magari per motivare la popolazione in vista di un possibile nuovo maxi-reclutamento che Kiev ritiene imminente.
Oltre ai raid su Kramatorsk, lo stato maggiore ucraino ha registrato circa cinquanta attacchi missilistici delle forze di invasione in diverse regioni del paese. Almeno tre civili morti e nove feriti tra Donetsk, Kherson e Kharkiv, mentre a Zaporizhzhia sarebbero state utilizzate "bombe a grappolo", ma senza provocare vittime.
Mosca invece ha denunciato che razzi ucraini hanno colpito due centrali elettriche nell'Oblast di Donetsk occupato e una donna è rimasta uccisa. Il “generale inverno”, in definitiva, non ha convinto i due sfidanti a deporre le armi per avviare un negoziato perché entrambi contano ancora di vincere sul campo. In questo clima, freddo fuori e dentro i campi di battaglia, c’è stato un nuovo scambio di prigionieri tra Kiev e Mosca: domenica le due parti in conflitto si sono scambiati 50 detenuti a testa. Sono "33 ufficiali e 17 soldati e sergenti", ha annotato il capo dell'Ufficio del presidente dell'Ucraina Andriy Yermak.
L'amministrazione USA, intanto, ha annunciato che invierà 682 milioni di dollari ai Paesi sul fianco orientale della NATO, alcuni dei quali hanno prosciugato i loro arsenali militari per fornire armi all'Ucraina. La notizia è stata data nell'ambito dell'annuncio di un altro pacchetto di forniture militari all'Ucraina da oltre tre miliardi di dollari che include 50 veicoli da combattimento, 500 missili anticarro e 250'000 munizioni.
Finita la tregua, tornano le bombe
Telegiornale 08.01.2023, 21:00