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Una Francia, due Paesi al voto

Viaggio nelle città di Nantes e Revin, dove economia e politica sono agli antipodi

  • 9 aprile 2022, 22:57
  • 20 novembre, 18:18
09:31

Presidenziali francesi, si vota domani

Telegiornale 09.04.2022, 22:00

Di: Davide Mattei 

La RSI ha scelto due città francesi - Nantes e Revin, nordovest e nordest - per mostrare due volti di una nazione che un tempo si assomigliavano, ma che oggi si trovano agli antipodi.

Cinquanta anni fa non solo l’ovest era industrializzato, ma anche l’est: dall’estrazione del carbone si era passati alla produzione industriale. Poi la globalizzazione ha cambiato tutto, la Francia ha fatto segnare uno dei tassi di chiusure di fabbriche più alto d’Europa. Nel nordest la strage produttiva ha lasciato una scia di cadaveri industriali desolante, ma non solo.

La disoccupazione nelle ex zone industriali è spesso il doppio di quella nazionale, il tasso di povertà più elevato e anche il voto è cambiato. In alcune zone si è passati da una maggioranza comunale del PCF a una del Front National.

A Revin in dieci anni due grosse fabbriche hanno chiuso, Ideal Standard ed Electrolux, lasciando senza impiego migliaia di persone. “Se prendiamo in considerazione anche chi cerca lavoro ma non è iscritto nelle liste, la disoccupazione si avvicina al 20%” ci dice David Deliege, a capo della Mission Locale di Revin, “non è una buona cifra, è il doppio di quella della provincia”.

Dall’altra parte del Paese, a Nantes, il commercio e l’industria continuano a gonfie vele, è la Francia felix del pieno impiego e della ricchezza. Nella città, a due ore di TGV da Parigi, oggi si sono impiantate “tra le 280 e le 300 start-up che danno lavoro a circa 28'000 persone” ci spiega Adrien Poggetti, direttore della Cantine, centro dove molte di queste hanno sede.

Non sorprende che queste due città oggi votino diversamente. Il Rassemblement National di Marine Le Pen è la formazione con il più alto voto operario, il 36%, capace di attrarre quasi il 30% delle persone con salari sotto i 1'000 euro, e di convincere il 32% del voto rurale. A Revin cinque anni fa ha vinto al primo turno delle presidenziali con il 31% dei voti ed è arrivata al 46% al secondo.

Nantes invece alle scorse elezioni ha creduto nel candidato business friendly, votandolo al 31% al primo turo e all'87% al secondo. Emmanuel Macron ha raccolto i più forti appoggi proprio nelle città; secondo uno studio di Jerôme Fourquet, nel 2017 i comuni dell’Île-de-France con una fermata del treno hanno votato per Macron al 77%, ma quando la stazione si trovava a più d 20 km i consensi si sono spostati su Marine Le Pen.

La figlia di Jean-Marie è così diventata la voce di una destra sociale che parla agli operai, ai meno abbienti, ai più isolati, mentre Emmanuel Macron non è riuscito a togliersi da dosso la nomea di presidente delle città e dei ricchi. La scelta di eliminare l’Impôt sur la fortune (una tassa aggiuntiva sui ricchissimi) e di mettere una flat tax al 30% sul reddito di capitale non l’hanno aiutato.

Nantes e Revin sono due volti del Paese alle urne questa domenica. Le loro scelte elettorali nutriranno probabilmente il passaggio al secondo turno del presidente uscente e della figlia di Jean-Marie Le Pen. Ma se alle ultime presidenziali il risultato nazionale assomigliava a quello registrato a Nantes, questa volta potrebbe essere il turno di Revin.

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