“Si tratta di una forza che Lukashenko non sarà in grado di controllare, ben armata e decisamente più esperta delle sue truppe”. Stéphane Audrand, specialista militare, non usa mezzi termini: la presenza di Wagner in Bielorussia sarà ingombrante.
Avanzata come parte della soluzione al tentato golpe di venerdì scorso, il trasferimento delle milizie mercenarie di Prigozhin in Bielorussia è destinato a scombussolare gli equilibri della nazione e della regione circostante.
Wagner in Bielorussia, ospiti o tiranni? Una sfida per l’autonomia di Lukashenko
L’arrivo dei mercenari metterà a dura prova la leadership di Alexander Lukashenko, costringendo il presidente ad un abile esercizio di funambolismo politico.
Un esercizio che, in passato, a Lukashenko era riuscito molto bene. “È presidente dal 1994 e d’allora è sempre riuscito a mantenere una forma di autonomia dalla Russia, rimanendone comunque un vassallo”, ricorda Audrand, ripercorrendo per sommi capi la condotta del politico. “Si è rifiutato di riconoscere l’annessione della Crimea e si è pure rifiutato di partecipare direttamente alla guerra in Ucraina”.
Lo scoppio del conflitto ha però incrinato la postura del presidente, costringendolo a contribuire all’invasione russa in vario modo. Ha rifornito le truppe del Cremlino durante la calata su Kiev attraverso le sue retrovie e a breve accoglierà le testate nucleari russe sul proprio territorio. Ora alla lista si aggiunge l’ospite indesiderato, le truppe Wagner, indocili, ben armate e ancor meglio istruite.
“In termini di stabilità il loro arrivo solleva dei problemi”, problemi che Lukashenko dovrà risolvere tenendo un occhio di riguardo per Putin e uno per Prigozhin.
Una presenza scomoda per Lituania e Ucraina
Ma a guardare con particolare timore l’arrivo della Wagner sono soprattutto i Paesi baltici, con la Lituania in prima fila. La capitale Vilnius si trova infatti a soli 35 chilometri di distanza dal confine bielorusso e la vicinanza delle truppe mercenarie minaccia l’incolumità della nazione.
I soldati di Prigozhin infatti potrebbero “essere tentati”, suggerisce l’analista, “di effettuare operazioni di destabilizzazione e di disturbo”, infiltrazioni mirate o piccole rappresaglie.
Anche in Ucraina si valuta la minaccia rappresentata dai mercenari e Kiev teme l’apertura di un nuovo fronte a nord. Audrand esclude tuttavia questa eventualità, giudicando l’effettivo della Wagner troppo limitato per un’operazione del genere: “Non sarebbero abbastanza numerosi”.