Almeno 17 poliziotti sono morti giovedì in un attacco lanciato dai ribelli Houthi con un missile e un drone contro una caserma delle forze dell’ordine nei pressi di Aden, la "capitale" del governo riconosciuta dalla comunità internazionale nel sud dello Yemen. Un secondo attentato suicida ha invece colpito un quartier generale delle forze di polizia uccidendo almeno 3 agenti. Sono diverse decine pure i feriti, hanno riferito funzionari della sicurezza e medici.
I due attacchi hanno preso di mira le cosiddette forze della "cintura di sicurezza", composta da ufficiali addestrati ed equipaggiati dagli Emirati Arabi Uniti, uno dei pilastri della coalizione militare a guida saudita che opera dal 2015 in Yemen contro i ribelli.
A Cheikh Othman, nel centro di Aden, tre poliziotti sono stati uccisi e altri 20, tra cui molti agenti, sono rimasti feriti nell'attentato suicida. L'attacco ha preso di mira l'ingresso di un quartier generale delle forze dell'ordine, mentre la polizia si radunava per salutare la bandiera nazionale. Una fonte di sicurezza ha attribuito l'attacco ai jihadisti, senza ulteriori dettagli.
Il secondo attacco è stato rivendicato dagli Houthi che hanno dichiarato di aver sparato il missile e utilizzato il drone contro una parata della polizia, colpendo la caserma di Al-Jalaa, 20 km a ovest di Aden. Tra le vittime figura pure un ufficiale di alto livello, il generale Mounir al-Yafyi, secondo fonti di sicurezza che hanno parlato di decine di morti e feriti.
Questi attacchi arrivano dopo un periodo di relativa calma ad Aden, dove l'ultimo attacco suicida è stato commesso il 24 luglio.
Aggiornamento: nel pomeriggio di giovedì fonti ufficiali della sanità yemenita hanno fornito un nuovo bilancio complessivo di entrambi gli attacchi che parla di almeno 51 vittime e dozzine di feriti.