Medellin, negli anni '80, era una delle città più pericolose al mondo. Qui il cartello della droga di Pablo Escobar si rese responsabile di decine di attentati e le autobomba seminarono il panico tra la popolazioe civile, uccidendo decine di oppositori politici e concorrenti diretti per il controllo del mercato delle sostanze stupefacenti nel paese.
Recenti serie televisive hanno dipinto, attorno al narcotraffico, un'aura di fascino e mistero, ma la gente di Medellin sa che chi controlla il narcotraffico tutt'oggi obbliga intere popolazioni a trasferirsi, distrugge l'ambiente sfruttando con coltivazioni intensive il territorio, impedisce la costruzione di alternative economiche, obbliga migliaia di giovani all'arruolamento nei gruppi armati illegali e incentiva la prostituzione.
Medellin ha vissuto in prima persona le violenze e la barbarie del narcotraffico, ma negli ultimi anni sta vivendo un vero e proprio rinascimento culturale: la voglia di andare oltre, di dimenticare, di creare delle alternative per le future generazioni sta creando una città sempre più attenta al proprio patrimonio culturale, ambientale e gastronomico.
Samuel Bregolin