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"Nessuna corsa alle provviste"

La Catalogna chiede l’indipendenza; la testimonianza di Alan Quaglieri, locarnese residente a Barcellona: "La vita scorre, ma c’è ansia e attesa"

  • 30 settembre 2017, 09:37
  • 23 novembre, 04:09
02:44

Catalogna al voto, ma... che aria tira a Barcellona?

RSI Info 30.09.2017, 08:00

Il conto alla rovescia è iniziato, manca poco al referendum del 1° ottobre per l’indipendenza della Catalogna. I toni sono accesi e l’aria elettrica, la tensione palpabile, ma la vita a Barcellona sembra andare avanti senza particolari cambiamenti. “Si vive in attesa, in uno stato d’ansia”, ci racconta Alan Quaglieri, locarnese da anni residente nella capitale catalana, dove lavora come ricercatore e docente universitario nell’ambito degli studi turistici: “Cosa succederà se vincerà il sì? E se il no s’imporrà? Non è chiaro a nessuno... Così come non è ancora chiaro se si andrà realmente a votare, anche se una parte della popolazione ne è convinta”.

Centinaia di migliaia di persone per le strade di Barcellona lo scorso 11 settembre

Centinaia di migliaia di persone per le strade di Barcellona lo scorso 11 settembre

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“La vita scorre tranquilla”

Ciononostante, spiega Quaglieri, “la quotidianità dei catalani non ha subito grandi scossoni: non si assiste a scene di corsa alle provviste o di persone che svuotano il proprio conto in banca. Non c’è un clima di panico o chissà, da guerra civile”.

Il dibattito politico è tuttavia infuocato, e così anche quello tra colleghi di lavoro o all’interno dei nuclei famigliari, tra indipendentisti e non: “Il tema si è imposto e le posizioni polarizzate. Si sono certamente create delle tensioni fra i catalani”.

Quella della polizia e delle migliaia di agenti inviati da Madrid è una presenza ingombrante? “Io non la percepisco tale – continua Quaglieri –. La polizia era già presente in forze a seguito delle politiche antiterroristiche e dei recenti attentati. Non si percepisce un aumento. Certo l’invio di agenti o della guardia civile è un tema sfruttato a livello politico, da entrambi i fronti”.

Alan Quaglieri, locarnese, ricercatore e docente universitario a Barcellona

Alan Quaglieri, locarnese, ricercatore e docente universitario a Barcellona

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No alla violenza

Lo scontro verbale è a livelli mai visti; scritte e graffiti – pro e contro l’indipendenza – appaiono un po’ ovunque. All’interno del fronte indipendentista, comunque, l’uso della violenza fisica viene fermamente scartato: “La gente crede, o meglio spera, che la situazione non degeneri, anche se rispetto a qualche mese fa il timore è più forte”.

Cosa dice il catalano medio: vincerà il sì o il no? “Non esiste il catalano medio: è una società complessa, anche dal punto di vista identitario. E sicuramente il fronte del no si è fatto sentire maggiormente, ma in molti sostengono che vi è una maggioranza silenziosa, che comincia or ora ad alzare la voce, che è contro la secessione”.

Entro domenica può ancora succedere di tutto. Il conto alla rovescia è sì iniziato, ma i giochi sono tutt’altro che fatti.

Ludovico Camposampiero

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