Il presidente del Consiglio centrale islamico della Svizzera (CCIS) Nicolas Blancho, ha sentenziato venerdì il Tribunale penale federale, non è colpevole di propaganda del terrorismo, così come il responsabile della comunicazione dell’organizzazione, Qaasim Illi. Naim Cherni, che in seno al CCIS svolge il ruolo di produttore culturale è invece stato ritenuto colpevole di infrazione alla legge federale che vieta i gruppi al Qaida e Stato islamico e condannato a 20 mesi di carcere sospesi condizionalmente per due anni. L’accusa chiedeva 24 mesi per i tre imputati, la difesa l’assoluzione.
La lettura della sentenza, all'inizio, è stata disturbata da commenti del pubblico.
Il caso
I tre erano accusati dal Ministero pubblico della Confederazione di propaganda a favore del terrorismo per aver diffuso un'intervista al saudita Abdullah Al-Muhaysini, definito “sceicco del jihad” e ritenuto vicino ad al Qaida. Secondo la procura federale è stato un atto di propaganda terroristica che ha dato voce a un alto rappresentante del gruppo terroristico in Siria; secondo la difesa si trattava invece di un servizio giornalistico su un mediatore tra i vari gruppi ribelli siriani e attivo oppositore dello Stato islamico.
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