Svizzera

Chiusure: chi approva e chi no

All'indomani delle nuove misure di contenimento decise dal Consiglio federale non sono mancate le reazioni

  • 19 dicembre 2020, 09:30
  • 22 novembre, 17:56
01:45

Notiziario 07.00 del 19.12.2020 Il servizio e l'intervista di Alan Crameri

RSI Info 19.12.2020, 09:29

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Di: RG-AC/Swing 

Le reazioni di cantoni e mondo economico alle decisioni prese venerdì dal Consiglio federale sono in generale state bene accolte visto che comunque si è evitato il lockdown totale. I diretti interessati dalle decisioni del Governo, in modo particolare ristoratori e gerenti di centri fitness, sono invece "piuttosto delusi" e avanzano delle rivendicazioni soprattutto economiche.

"E' stato evitato un lockdown vero e proprio, e questa è la buona notizia" affermano i vertici di Economiesuisse, i partiti borghesi, o ancora l'associazione svizzera degli imprenditori. Il suo presidente Valentin Vogt parla di misure opportune e proporzionate e aggiunge che "a far tirare un sospiro di sollievo è soprattutto il fatto che i negozi (non solo quelli che vendono generi di prima necessità) possono rimanere aperti".

Toni più duri, come detto, tra i diretti interessati dalle chiusure. Gastrosuisse parla di una strategia tutta sulle spalle dei ristoratori. In realtà devono chiudere anche le attività legate al tempo libero, culturali, o sportive. Jürg Heim, della federazione svizzera dei centri fitness e di salute rileva che "il settore è già in difficoltà per la paura dei clienti e da martedì fino al 22 gennaio perde un periodo di solito redditizio. A rischio ci sono molti posti di lavoro". Da qui una chiara rivendicazione diretta a cantoni e Confederazione: "Gli aiuti devono essere immediati, concreti e commisurati alle varie situazioni".

Passando dall'economia ai cantoni si registrano molte reazioni positive. Primo su tutti Zurigo, che si felicita che il Consiglio federale introduca misure a livello nazionale. Il cantoni romandi fanno uso della libertà concessa loro, di tener aperti i ristoranti, o strutture per il tempo libero e culturali se la situazione epidemiologica lo consente. Aperture regionali che andranno comunque coordinate coi cantoni vicini.

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