Le reazioni di cantoni e mondo economico alle decisioni prese venerdì dal Consiglio federale sono in generale state bene accolte visto che comunque si è evitato il lockdown totale. I diretti interessati dalle decisioni del Governo, in modo particolare ristoratori e gerenti di centri fitness, sono invece "piuttosto delusi" e avanzano delle rivendicazioni soprattutto economiche.
"E' stato evitato un lockdown vero e proprio, e questa è la buona notizia" affermano i vertici di Economiesuisse, i partiti borghesi, o ancora l'associazione svizzera degli imprenditori. Il suo presidente Valentin Vogt parla di misure opportune e proporzionate e aggiunge che "a far tirare un sospiro di sollievo è soprattutto il fatto che i negozi (non solo quelli che vendono generi di prima necessità) possono rimanere aperti".
Toni più duri, come detto, tra i diretti interessati dalle chiusure. Gastrosuisse parla di una strategia tutta sulle spalle dei ristoratori. In realtà devono chiudere anche le attività legate al tempo libero, culturali, o sportive. Jürg Heim, della federazione svizzera dei centri fitness e di salute rileva che "il settore è già in difficoltà per la paura dei clienti e da martedì fino al 22 gennaio perde un periodo di solito redditizio. A rischio ci sono molti posti di lavoro". Da qui una chiara rivendicazione diretta a cantoni e Confederazione: "Gli aiuti devono essere immediati, concreti e commisurati alle varie situazioni".
Passando dall'economia ai cantoni si registrano molte reazioni positive. Primo su tutti Zurigo, che si felicita che il Consiglio federale introduca misure a livello nazionale. Il cantoni romandi fanno uso della libertà concessa loro, di tener aperti i ristoranti, o strutture per il tempo libero e culturali se la situazione epidemiologica lo consente. Aperture regionali che andranno comunque coordinate coi cantoni vicini.