“No” all’introduzione in Svizzera dell’azione collettiva. Porterebbe a un’americanizzazione della giustizia elvetica e danneggerebbe l’economia. Lo ha sostenuto lunedì il Consiglio nazionale bocciando l’entrata in materia sulla pertinente modifica del Codice di diritto processuale civile con 112 voti contro 74 e 4 astenuti.
Il disegno di legge era stato licenziato dal Consiglio federale nel dicembre del 2021 su richiesta del parlamento. Il suo scopo è ampliare l’attuale azione collettiva affinché in futuro si possano far valere anche pretese di risarcimento. Attualmente, infatti, se più soggetti sono danneggiati in modo uguale o analogo, ognuno di essi deve proporre individualmente un’azione per far valere i propri diritti. Conseguenza: in caso di danni di lieve entità, i danneggiati rinunciano spesso a rivendicare i loro diritti.
Il progetto passa ora all’esame del Consiglio degli Stati. Qualora dovesse anch’esso bocciarlo, l’incarto sarebbe definitivamente affossato.
Il Consiglio nazionale si esprime sulle azioni legali collettive
SEIDISERA 17.03.2025, 18:00
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