Che quello della pandemia diventi il momento di una svolta e ripartenza sociale. È l'auspicio dell'Unione sindacale svizzera Ticino e Moesa in questo primo maggio in cui, a fare da sfondo ai discorsi, sono ovviamente le difficoltà legate al virus. Discorsi che chiedono ai lavoratori unione e solidarietà per uscire dalla crisi e ottenere maggiori tutele per chi le fasce più deboli e coi redditi più bassi.
Alla manifestazione in piazza Governo a Bellinzona, dopo l'inedito primo maggio del 2020 che per la prima volta in oltre 130 anni si era svolto con le piazze vuote, i lavoratori sono tornati a portare di persona le proprie preoccupazioni in pubblico. Incuranti della pioggia un centinaio persone si è riunito per mandare un segnale alla politica. Il mondo sindacale chiede un deciso cambio di velocità con maggiori tutele per le fasce più fragili per evitare che la crisi aumenti le disparità. Anche l'Mps, il Movimento per il socialismo, ha tenuto una sua manifestazione a Bellinzona.
Due gli slogan principali: “Le nostre vite valgono più dei loro profitti” e “Diritti e lavoro”. Sul palco è stato fatto il punto sul ruolo del sindacato e sono stati pronunciati discorsi contro l'innalzamento dell'età pensionabile per le donne, contro l'accordo quadro con l'Unione europea e contro le privatizzazioni. Si è inoltre ricordato che quella pandemica non è l'unica crisi da affrontare: c'è infatti anche quella climatica che, anche se in secondo piano, miete più vittime del Covid.
La ripartenza sociale nelle piazze svizzere
Lo slogan scelto dall’USS per questo primo maggio particolare, “la ripartenza sociale”, è sceso oggi in piazza anche in una quarantina di città e località svizzere con eventi e manifestazioni e in particolare a Basilea e a Ginevra con i tradizionali cortei (autorizzati) che hanno richiamato oltre un migliaio di persone ciascuno e con la presenza della Consigliera federale Simonetta Sommaruga durante la diretta streaming sulla piattaforrma dell’USS.
Presenti online anche il presidente dell'Uss Pierre-Yves Maillard e il copresidente del Partito socialista Cédric Wermuth. Invitato dall'USS, anche il Consigliere federale Alain Berset ha preso parte all'evento, dichiarando in un discorso su twitter che la crisi del coronavirus ha un punto in comune con altre crisi: "I più deboli soffrono di più, non soltanto per le conseguenze sanitarie ma anche per quelle economiche". "Le disparità continuano ad aumentare e i posti di lavoro a bassa remunerazione sono particolarmente minacciati. La crisi tocca soprattutto le donne", ha aggiunto il consigliere federale socialista.
A Berna e a Zurigo le manifestazioni non sono invece state autorizzate, ma nella capitale diverse centinaia di persone hanno comunque manifestato, con una forte presenza della polizia che ha controllato la manifestazione a distanza, sebbene il numero di persone presenti fosse ben superiore al consentito (100). A Zurigo la polizia è intervenuta nel centro della città circondando e disperdendo diversi manifestanti nel primo pomeriggio. Non si segnalano ad ogni modo particolari scontri o disordini.
La grande incertezza legata alla pandemia è il filo conduttore di tutte le manifestazioni. Una pandemia che sembra “infierire sui più disagiati, più di quanto lo faccia sulle altre fasce di popolazione più abbienti. I posti di lavoro andati in fumo in questi mesi sono per lo più quelli con salari bassi”, per questo ci vuole secondo i sindacati più protezione dei lavoratori, anche in caso di lavoro ridotto, è stato ribadito nelle piazze.
1 Maggio per una nuova ripartenza
Telegiornale 01.05.2021, 14:30
Le rivendicazioni non si fermano però alla pandemia: contratti collettivi, salari decenti, previdenza per la vecchiaia sicura e sociale, che passi per esempio attraverso una 13esima rendita AVS.
Proposte e richieste che si sono alzate in questo primo maggio in particolare sotto il cielo plumbeo delle piazze di Zurigo e Basilea. E la metafore è servita, con i nuvoloni scuri da spazzar via con una ripartenza e, come dicono i sindacati, con una ventata di riforme del mondo del lavoro.
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