Insegnanti allo stremo e aumento degli studenti: la scuola è sempre più sotto pressione. Lo dice l’associazione mantello dei docenti svizzeri, che giovedì ha lanciato un piano d’azione nazionale per una migliore qualità dell’insegnamento.
Entro il 2030, secondo le più recenti previsioni dell’Ufficio federale di statistica, in Svizzera il numero degli allievi nella scuola dell’obbligo aumenterà di circa il 30%. Uno scenario, questo, che di fronte alla penuria di docenti preoccupa Dagmar Rösler, presidente del sindacato degli insegnanti della Svizzera tedesca: “La carenza di personale è nota da anni, ma per troppo tempo è stato fatto troppo poco per combatterla” afferma.
“L’impressione - continua - è che il problema non sia stato preso sul serio. Ci si illudeva che potesse scomparire da solo”. Si tratta, sempre secondo Rösler, di una carenza sia qualitativa che quantitativa, “che minaccia la qualità dell’insegnamento”. E negli ultimi anni i buchi sarebbero stati tappati con personale privo di un’adeguata formazione pedagogica oppure richiamando docenti già in pensione.
La presidente del sindacato sottolinea dunque: “Per ora nei cantoni si è sempre riusciti a trovare delle soluzioni, ma non si può andare avanti così: il problema si accentuerà in modo drammatico”. Non solo per il previsto aumento del numero di scolari, ma anche per il pensionamento di docenti e direttori della generazione dei baby boomer.
Ecco allora che l’associazione ha lanciato un piano d’azione nazionale. Uno degli scopi è di esercitare pressione sulla autorità cantonali competenti. Sono nove le sezioni cantonali che hanno finora aderito alla campagna, tra cui quella grigionese, che prossimamente lancerà una petizione. Nei cantoni di Berna e Zurigo è invece previsto il lancio di iniziative popolari che chiedono misure per garantire anche in futuro la qualità dell’insegnamento.