Uno svizzero su tre (34%) avverte una sensazione di disturbo in presenza di persone percepite come diverse a causa di nazionalità, religione o colore della pelle. Il dato emerge da un rilevamento dell’Ufficio federale di statistica (UST), secondo il quale la percentuale è in calo di due punti rispetto al precedente sondaggio del 2016. Il 28% della popolazione si considera vittima di discriminazione (24%), violenza fisica (3%) o psichica (11%). Inoltre il 16% dei residenti si ritiene minacciato dalla popolazione straniera (12%) o svizzera (4%).
Diritti e obblighi della popolazione straniera che vive in Svizzera
Per il 40% dei cittadini elvetici interpellati quella del razzismo non è da considerarsi una questione grave, mentre l’11% ha espresso giudizi negativi nei riguardi dei musulmani e una percentuale identica si è detta ostile alle persone di colore. Ostile è anche un 9% che lo è nei confronti degli ebrei, mentre il 4% si sente minacciato dagli stranieri e c'è un 21% degli intervistati i quali si sentono imbarazzati dalla presenza di persone con uno "stile di vita itinerante".
Il 59% degli svizzeri (6 punti percentuali in meno rispetto all'ultimo rilevamento) considera tuttavia l’approccio razzista un grave problema sociale. Più di un rossocrociato su due (55%) ritiene che l'integrazione degli immigrati nella società svizzera funzioni bene. La maggioranza delle persone che hanno risposto al sondaggio è favorevole alla concessione di maggiori diritti agli stranieri: in particolare il 61% approva il ricongiungimento familiare e il 57% la naturalizzazione automatica degli stranieri di seconda generazione. E il 70% respinge inoltre l'idea che gli stranieri siano responsabili di un potenziale aumento della disoccupazione.
In senso inverso, tra coloro che hanno riferito all'UST di aver subito discriminazioni in Svizzera, la causa menzionata più frequentemente (il 58%) è stata la nazionalità. La ricerca è stata condotta su un campione di 3'000 persone, di un'età compresa tra i 15 e gli 88 anni.