Il Consiglio federale ha presentato mercoledì al Parlamento i due crediti d'impegno di complessivi 109 miliardi di franchi per garantire l'acquisizione del Credit Suisse da parte di UBS. L’Esecutivo vuole inoltre un'analisi della fusione e una valutazione completa della normativa "too big to fail".
Il 16 e il 19 marzo 2023, il Governo ha adottato diverse misure per evitare l'imminente fallimento del Credit Suisse, con l'obiettivo di evitare una crisi finanziaria globale e gravi danni alla piazza finanziaria e all'economia svizzera.
Il Consiglio federale ritiene che il pacchetto di misure adottato sia, "alla luce delle circostanze, la via meno costosa per lo Stato e i contribuenti di raggiungere questo obbiettivo", si legge in una nota odierna (mercoledì).
100 miliardi di liquidità, 9 di garanzie contro le perdite di UBS
I due prestiti riguardano una garanzia contro il rischio di insolvenza di 100 miliardi di franchi, che sarà messa a disposizione della BNS. La Banca nazionale potrà utilizzarla per coprire i prestiti che concederà al Credit Suisse sotto forma di liquidità.
Per consentire a UBS di acquisire il Credit Suisse, la Confederazione fornirà inoltre, come già noto, una garanzia contro le perdite di 9 miliardi di franchi.
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La Delegazione delle finanze (DELFIN) ha approvato i due prestiti il 19 marzo. Le Commissioni Finanze dovrebbero prendere posizione sui crediti supplementari giovedì prossimo, mentre le Camere federali tratteranno il messaggio speciale nella sessione straordinaria di aprile.
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