Ticino e Grigioni

A scuola sì, a scuola no?

Contro le direttive del Governo insorgono alcuni comuni e parecchi docenti, ma i bambini e i ragazzi sentiti da Modem vogliono andare in classe

  • 4 maggio 2020, 16:12
  • 22 novembre, 19:26
36:51

Scontro sul rientro scolastico

Modem 04.05.2020, 08:20

  • keystone

Stamani a Modem si è tornati a dibattere sul tema al momento più scottante e divisivo in Ticino in questi giorni: il rientro scolastico il prossimo 11 maggio. E prima del dibattito tra docenti, sindaci e genitori hanno parlato anche alcuni bambini e alcuni ragazzi, tutti favorevoli al rientro scolastico, seppur con qualche preoccupazione.

Sul fronte degli scettici rispetto alle direttive del Cantone è intervenuto Roberto Salèk, docente di italiano della scuola Media di Morbio e membro del movimento della scuola, che in un appello (per saperne di più clicca qui, ndr.) firmato da diverse centinaia di docenti, chiede un rientro a gruppi più piccoli. "Nessuno di noi è contrario a un’apertura della scuola (…) la scuola non si è mai chiusa. Si sono chiusi gli edifici, ma il rapporto tra docenti e classi e allievi è sempre andato avanti" ha sostenuto Sàlek, aggiungendo "se ci saranno degli errori gravi nell’applicazione delle regole, non daranno origine a problemi pedagogico-didattici ma a problemi di salute. Quindi bisogna stare molto attenti".

“Proprio perché è difficile trovare un modello di rientro che vada ben per 36 sedi scolastiche il dibattito si è acceso fin da subito” ha osservato Marco Costi, direttore della scuola media di Ambrì e presidente del collegio dei direttori di scuola media “Quello che abbiamo ottenuto dal Consiglio di Stato è una grande flessibilità. (…) Riuscire a far quadrare il cerchio non è facile, ma le valutazioni è meglio farle a consuntivo (…) grazie alle esperienze delle prossime settimane dovremo mettere in piedi la scuola che ci sarà a settembre…e non sarà la scuola ante 13 marzo”.

Come intendere invece le reazioni dei comuni scettici, come quello di Lugano? Uno strappo istituzionale? Ha risposto il sindaco Borradori “Detta così sarebbe molto semplicistico e anche fuorviante. Noi abbiamo risposto a quella che doveva essere una consultazione, e che in realtà non è stata un granché…Abbiamo indicato, sulla base delle esperienze dei nostri istituti scolastici, quelle che erano le pecche nel sistema proposto”.

Ma c’è sotto altro? C’è voglia di smarcarsi all’interno della Lega e di cavalcare anche un po’ questa incertezza popolare? “No, proprio no” ha assicurato Borradori “Il municipio è composto di sette persone, la Lega non è egemone. E un discorso partitico sarebbe sbagliato farlo. E neppure vogliamo smarcarcirispetto al Dipartimento o rispetto al Cantone (…) ma vogliamo essere consultati”.

Diverse le priorità del sindaco di Capriasca, Andrea Pellegrinelli, che dà la precedenza al diritto del bambino all’educazione scolastica, “la scuola a distanza, mi dispiace, è stato un esperimento, qualcosa di assolutamente necessario nell’emergenza (…) ma non può sostituire la scuola in presenza soprattutto per i bambini di queste fasce di età".

Bettina Müller

Correlati

Ti potrebbe interessare