È un “sì, ma” quello partito da Coira in direzione Berna sull'accordo istituzionale tra Svizzera e Unione europea (UE), documento che verrà analizzato venerdì dall'assemblea plenaria della Conferenza dei Governi cantonali per poi essere inviato al Consiglio federale. A sollevare dubbi nel Governo retico sono soprattutto le regole riguardanti gli aiuti di Stato.
Premettendo che l'Esecutivo retico ha interesse a rapporti stabili e chiari con l'UE, la sua posizione sull'accordo quadro non è ancora definitiva, anche perché ci sono ancora diverse cose da chiarire prima di firmare il documento – ha spiegato ai microfoni RSI il direttore del Dipartimento economia pubblica e socialità Marcus Caduff. “La questione più spinosa riguarda gli aiuti di Stato che toccano, ad esempio, la politica energetica e la promozione economica. Anche l'ambito fiscale è toccato, settore nel quale bisogna garantire la sovranità dei Cantoni”. Senza dimenticare poi le garanzie di Stato alle Banche cantonali.
A differenza del Ticino, nei Grigioni non desta invece particolare preoccupazione il capitolo delle misure di accompagnamento perché - prosegue Caduff - “riteniamo gestibile la sfida della riduzione del termine di notifica preliminare per i prestatori di servizi”.
Escludendo che l'UE sia disponibile a nuove trattative, visto che le considera concluse, il consigliere di Stato grigionese invita perciò il Consiglio federale a chiarire i punti in sospeso perché attualmente - conclude Marcus Caduff – “non è per niente chiaro cosa alcuni punti significhino esattamente”.
I Grigioni sull'accordo quadro
Il Quotidiano 29.03.2019, 20:00