I timori degli impresari di fronte alle incertezze sul futuro dei bilaterali: è questo uno dei temi principali di cui si è discusso nel pomeriggio di venerdì al LAC, in occasione dell'Assemblea generale dell'Associazione industrie ticinesi (AITI). Ospite d'onore, nel folto pubblico composto da oltre 400 partecipanti, è il consigliere federale Ignazio Cassis.
Fabio Regazzi, presidente confermato per il triennio 2018-2021, ha ricordato gli accordi bilaterali rimangono la via maestra per l'industria ticinese. La stessa che è entrata in una fase di profonde trasformazioni strutturali, legate prima di tutto alla globalizzazione ed ai processi di digitalizzazione, con un progresso tecnologico che detta le scelte economiche ma anche quelle politiche e sociali. Innovazione, formazione e cooperazione tra aziende ed istituti accademici sono un chiaro fattore di successo per la Svizzera e proprio la formazione del paese, se vuole continuare a primeggiare nel mondo, deve adeguarsi alle esigenze formative dettate dalle nuove tecnologie.
Il responsabile dell'AITI ha infine ricordato, vista anche della presenza di Ignazio Cassis, la necessità di accedere ai mercati esteri, dal momento che 1 franco su 2 viene guadagnato all'estero. Regazzi ha precisato che le imprese ticinesi si aspettano dal Consiglio federale ogni sforzo tangibile per mantenere l'apparato degli accordi bilaterali con l'Unione europea, perché hanno portato più vantaggi che svantaggi anche all'economia ticinese. Le richieste sono quindi di una politica economica che tuteli gli interessi economici elvetici nel mondo, che sostenga lo sviluppo di relazioni anche verso economie emergenti fuori dall'Europa.
Red.MM/sdr