Un’analisi svolta da Unia tra l’11 e il 17 novembre su 132 cantieri ticinesi (ossia circa il 15% del totale) ha mostrato che, stando a quanto scrive lo stesso sindacato in una nota, “la responsabilità delle imprese lascia a desiderare”.
In 3 cantieri su 4 agli operai è fornito del disinfettante, ma nel 69% dei casi, questo si trova solo nelle baracche. Nel 74% dei casi, inoltre, non esistono apposite postazioni con disinfettante collocato in cantiere, a disposizione di tutti i lavoratori attivi (muratori, artigiani, direzione lavori, fornitori, ecc).
La situazione è migliore nel caso delle mascherine: l’85% delle ditte le fornisce ai propri operai. Il restante 15% “si rifiuta di assicurare questa prestazione primaria”. Il 10% delle imprese le fornisce ai propri operai tutti i giorni, l’81% su richiesta, il 2% una volta alla settimana e il 7% meno di una volta alla settimana.
Alle persone interrogate per lo studio è anche stato chiesto se, dopo il lockdown di marzo, sia stato introdotto un sistema di tracciamento: “la situazione da questo punto di vista è pessima”, scrive Unia. Un sistema di tracciamento è stato introdotto nel 23%dei cantieri e nel 20% dei casi è stato tenuto in vigore per almeno quattro mesi. Da novembre, in occasione della seconda ondata, i numeri calano ulteriormente: solo nel 14% dei casi è stato introdotto o è in funzione un sistema.
È inoltre emerso che solo nel 58% dei cantieri le baracche sono abbastanza grandi da permettere il distanziamento di 1,5 metri tra ogni operaio seduto e che nell’80% dei casi non sono stati organizzati interventi professionali di igienizzazione dei locali comuni (bagni in particolare).
Infine, “in tutti i cantieri visitati è stata confermata, da parte degli operai, la totale assenza di interventi specifici e supplementari relativi all’applicazione conforme dei “controlli Covid-19 sui cantieri” definiti dalla Seco e dalla Suva.
In merito alle critiche mosse dal sindacato, abbiamo sollecitato Nicola Bagnovini, direttore della Società svizzera di imperasi costruttori, che ai nostri microfoni ha dichiarato: "Da sempre sensibilizziamo i nostri associati in merito alle misure sanitarie da adottare. Non commento i dati della statistica dei sindacati, anche perché abbiamo cantieri in regola e altri con situazioni più discutibili, ma bisogna capire nel dettaglio il perché di certe situazioni".
CSI 18.00 del 27.11.20: la reazione di Nicola Bagnovini, direttore della Società svizzera di imperasi costruttori
RSI Info 27.11.2020, 19:33
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Misure carenti nei cantieri
Il Quotidiano 27.11.2020, 20:00