Molti musicisti sognano una carriera da professionisti, ma, come ogni carriera, va costruita mattone su mattone, perché il talento da solo non basta. La vita da musicista è un cantiere in continua espansione, edificato attraverso studio, impegno, disciplina e sacrificio… e il cemento è la passione! Ce lo insegnano tre ragazzi, tre talenti, tre eccellenze del nostro territorio che, oltre a portare avanti gli impegni liceali, frequentano il pre-college del Conservatorio della Svizzera italiana per prepararsi, se lo vorranno, a una possibile carriera musicale.
Che la Svizzera italiana sia terreno fertile per la nascita di talenti musicali non è certo una novità. L’ulteriore conferma è arrivata dopo aver conosciuto il difficile programma del percorso di studi del Conservatorio della Svizzera italiana, definito “pre-college”, ovvero un percorso formativo che prepara i ragazzi a un eventuale studio universitario della musica. Parliamo di un impegno denso e complesso che deve viaggiare in parallelo al percorso scolastico, senza scordare che si tratta di ragazzi con il desiderio di vivere, giustamente, anche la loro spensierata età. Per capire se tutto ciò sia fattibile e soprattutto verificare se questo investimento sarà poi capitalizzabile in un futuro da musicisti professionisti, Falò ha approfondito la conoscenza di tre allievi del pre-college: Ambra Caviglia, Matilde Pompilio e Luca Marsiglia.
Ambra e la passione per la musica moderna
Ad Ambra, pianista di 16 anni, non bastavano gli studi liceali e il percorso “pre-college” alla SMUM – Scuola di Musica Moderna – dedicato alla grande passione per la musica moderna, dal blues al jazz. Decide così di aggiungere anche il “pre-college” proposto dal Conservatorio della Svizzera italiana. “Pensavo fosse impensabile come cosa, perché stare dietro al liceo e a due “pre-college” è molto difficile. Ci sono anche dei sacrifici da fare.”
“Sono andato avanti a testa dura”
Il diciottenne Luca è pieno di progetti, vuole creare qualcosa di suo, senza disdegnare un ruolo con il suo flauto traverso in una delle orchestre che tanto ammira. “Sono cresciuto con la musica in famiglia”. Molte le sue influenze musicali da cui si lascia contaminare e trasportare nei suoi viaggi proiettati verso il futuro, pronto a delle rinunce per raggiungere i suoi obiettivi: “Non ho tanto spazio oltre alla musica e alla scuola. Non passo, ad esempio, il venerdì sera in un bar con degli amici”.
“Mia nonna è l’artefice di questa mia passione”
La nonna di Matilde sognava per i suoi figli lo studio della musica. Il suo desiderio però si è realizzato solo con la nipote Matilde, 18 anni, che ha scelto come compagno il fagotto, strumento che, nonostante il pregiudizio della goffaggine, regala un calore che solo un focolare domestico sa donare: “Il suono del fagotto può sembrare l’augurio del nonno a Natale che riscalda una stanza”. Come spesso accade, la musica fa magie, tanto da riuscire a coinvolgere la reticente madre che si è appassionata al clarinetto: e il concerto delle tre generazioni abbia inizio!
“Ci vuole capacità organizzativa, ma soprattutto grande motivazione”
Tre ragazzi talentuosi e determinati, dunque, che stanno coltivando la loro passione lasciandosi aperte le porte del futuro. La preparazione però deve essere adeguata e mossa da grande motivazione, così come ci spiega Christoph Brenner, Direttore Generale del Conservatorio della Svizzera italiana. “Significa lavorare accanto al liceo 50, 60, 70, a volte anche 80 ore a settimana”. Solo così potranno, se lo vorranno, tentare la carriera dei musicisti professionisti.
“La musica non è l’obiettivo, è parte del cammino.”
E chi meglio di Diego Fasolis, Direttore artistico de I Barocchisti e del Coro della Radiotelevisione svizzera, in una veste insolita e sorprendente, poteva dar loro un consiglio? “Nasciamo con un destino e dobbiamo realizzare qualcosa per noi stessi, di molto profondo, e la musica è un mezzo per fare questo. Da qualche parte c’è sempre un piccolo eroe dentro di noi che vorrebbe esprimersi e poi la musica ti aiuta perché è molto umiliante in questo senso: capisci presto di non essere l’eroe che pensavi, però così facendo poi forse alla fine in parte lo diventi”.
E tra 10 anni come si vedono questi giovani talenti? Ambra si immagina “una musicista jazz, probabilmente, che però continua a studiare proprio per imparare”. Matilde confessa: “Il futuro è la cosa che più mi spaventa perché non ho la più pallida idea di cosa fare, ma prendo assolutamente in considerazione anche il fagotto”. Luca spera di “aver finito gli studi di musica e aver iniziato uno studio universitario di linguistica o glottologia ed entrare a suonare in un’orchestra rinomata”.
Matilde, Ambra e Luca stanno costruendo il loro futuro, un futuro da musicisti, se lo vorranno. Quello che è certo è che ognuno scrive la propria storia, ma riuscire a viverla insieme ha tutto un altro suono.