Ticino e Grigioni

Davos, allontanamento in vista per un aggressore del 19enne ebreo

Si giunge solo ora al provvedimento perché da parte dei due aggressori - uno di 24 l’altro di 29 anni - fermati dalla polizia subito dopo il pestaggio, non è stata fornita alcun tipo di collaborazione

  • 11 settembre, 20:53
  • 11 settembre, 22:36
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Di: GRIGIONISERA/RSI Info 

Dovrà presto lasciare la Svizzera uno dei due autori dell’aggressione commessa la notte del 22 agosto a Davos ai danni di un giovane ebreo ortodosso. Si giunge solo ora a un tale provvedimento perché da parte dei due uomini - uno di 24 l’altro di 29 anni - fermati dalla polizia cantonale subito dopo il pestaggio, non è stata fornita alcun tipo di collaborazione. Al punto che, ad oggi, non si conosce nemmeno la nazionalità degli aggressori, come ha confermato alla RSI il capo dell’Ufficio della migrazione e del diritto civile, Markus Haltiner.

I due uomini - che sostengono di essere originari del Maghreb - sono giunti in Svizzera senza documenti di identità. Dopo che le autorità ne hanno respinto la domanda di asilo, i due sono stati collocati al centro di partenza in Prettigovia. Solo negli ultimi giorni, grazie ai riscontri forniti dalle banche dati internazionali, si è scoperto che uno dei due stranieri aveva già presentato una richiesta di asilo in un altro Stato europeo, seppur fornendo generalità diverse rispetto a quelle declinate ai funzionari elvetici.

Nell’ambito della procedura Dublino - che regola appunto l’espulsione dei migranti verso il Paese in cui è stata depositata la prima domanda d’asilo - uno dei due aggressori di Davos è stato incarcerato al fine di garantirne l’allontanamento. Il suo compare rimane per il momento in Svizzera a piede libero. E la mancanza di controlli nei confronti dei rifugiati in attesa di allontanamento ha sollevato nelle ultime settimane aspre polemiche.

Ai funzionari cantonali, specifica il capo della Migrazione retica, spetta il compito di applicare le normative federali in materia di asilo. Tocca alla politica, se lo ritiene opportuno, inasprire le leggi. Con l’ordinamento oggi in vigore, gli stranieri collocati in un centro di partenza godono della massima libertà. Non devono rispettare orari di rientro serali né alcun obbligo di permanenza nella struttura. Al centro di partenza va semplicemente osservato il regolamento interno, che disciplina questioni come il fumo, la preparazione dei cibi o le pulizie. In questo dormitorio - dotato di 50 posti - i rifugiati respinti soggiornano in alcuni casi per mesi. Solitamente vi restano pochi giorni, ma, conclude il responsabile cantonale della Migrazione, una persona ha raggiunto, seppur con qualche intervallo all’estero, i 20 anni di permanenza in Prettigovia.

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