Sembra una provocazione e forse lo è veramente. Fatto sta che una delle più vecchie scuole alpine svizzere e una delle più antiche dei Grigioni, quella di Pontresina, propone questa estate un'escursione attraverso la Val Bondasca. Sì, proprio la valle chiusa in seguito alla catastrofe di 10 mesi fa e in barba al divieto che il comune di Bregaglia mantiene in vigore a tempo indeterminato.
A lungo si è discusso, l'anno scorso, su quanto fossero stati chiari o meno i divieti d'accesso alle zone pericolose della valle sopra Bondo, devastata dalla frana del Pizzo Cengalo: si capiva o meno che chi accedeva a quella valle laterale della Bregaglia rischiava la vita? A 10 mesi di distanza da quelle colate di roccia e fango, che ancora nascondono i corpi di 8 persone, qualcuno in Bondasca ha deciso di tornarci, per poi raggiungere lo spigolo Nord del Badile, in barba ai divieti.
"Non passeremo dai sentieri ufficiali e sbarrati per decisione del Comune, ma sceglieremo le vecchie piste dei cacciatori e degli alpigiani, ben distanti dalla zona a rischio frana", spiega ai microfoni della RSI Gian Luck, direttore della scuola Alpina di Pontresina. "Accompagneremo alpinisti esperti non escursionisti. Gente che, una volta attraversata la valle, affronterà una scalata impegnativa".
La sindaca di Bregaglia, Anna Giacometti, ha dichiarato, costernata, che: "Lo fanno a proprio rischio e pericolo".
"Danno un brutto esempio e rischiano di essere emulati da gente molto meno esperta", aggiunge Rolf Seggeser, responsabile della formazione estiva del Club alpino svizzero. "Mi dispiace che qualcuno, soltanto per i soldi, voglia tornare in Bondasca prima del tempo".
RG/Marco Petrelli/M. Ang.