Il consiglio di fondazione del Museo d’Arte della Svizzera Italiana (MASI) ha ammesso in una risposta a un'interrogazione socialista, che la situazione finanziaria dell’istituzione non è delle migliori. Ai circa quaranta dipendenti non è stato ancora versato un adeguamento salariale al carovita del 2,5% circa, anche se sono stati corrisposti alcuni scatti salariali. Se ne riparlerà, forse in settembre.
“Vorremmo avere almeno una mostra importante all’anno, ma per questo dobbiamo trovare sponsor e fare raccolta fondi” ha dichiarato al Quotidiano RSI il membro del consiglio di fondazione Roberto Badaracco.
Il MASI riceve dalla città di Lugano oltre 3 milioni di franchi l’anno, ma l’organizzazione di un grande evento costa almeno un milione e mezzo. Forti sono i timori anche per le conseguenze che avrà il crac del Credit Suisse, fino ad oggi il principale tra gli sponsor privati. L'impegno è garantito per i prossimi tre anni.