Le foreste del Moesano stanno affrontando gravi difficoltà, con problemi di rigenerazione naturale su quasi un terzo della loro superficie (30%). Secondo uno studio, il 12% dell’area boschiva richiede interventi urgenti.
Il Dipartimento delle Infrastrutture, dell’Energia e della Mobilità grigionese ha annunciato oggi (giovedì), durante la presentazione della ricerca - denominata relazione bosco-selvaggina Hinterrhein-Moesano - che la rigenerazione naturale e le piantagioni nella Regione Moesa, per avere successo, richiedono misure di protezione costose.
“Per questo motivo in Mesolcina l’effettivo di cervi e caprioli deve essere ulteriormente ridotto attraverso la determinazione di piani di abbattimento ambiziosi. Inoltre dove necessario, nella zona boschiva si mira a una riduzione dell’effettivo anche di camosci” si legge in un comunicato delle autorità retiche.
Gli ungulati rappresentano il maggior problema perché brucano, sfregano e scortecciano le giovani piante, che poi soffrono o muoiono. “In quanto spazio vitale importante per gli animali selvatici autoctoni il bosco dispone però anche del potenziale di rinnovarsi naturalmente, se le condizioni del luogo e il rapporto bosco-selvaggina sono equilibrati”.
Meno cervi a nord del Pizzo Uccello
Se anche a nord del San Bernardino si registrano ancora problemi, come ad esempio nella zona parziale Schams-Avers-Rheinwald – dove dal 2010 la situazione non è migliorata –, in diversi luoghi della valle, come ad esempio ad Andeer, alcuni boschi danno segni di miglioramento grazie agli interventi venatori e alle misure selvicolturali come l’abbattimento di alberi. Qui l’obbiettivo è quindi quello di “portare avanti le misure già in atto”.
L’analisi della presenza del cervo nobile conferma la situazione: vista la caccia intensificata, ma anche la presenza di grandi predatori come il lupo, a nord negli ultimi anni gli effettivi di cervo sono nettamente diminuiti, mentre a sud sono leggermente aumentati.
“Grazie all’ottima collaborazione con i cacciatori è già stato possibile ridurre gli effettivi di ungulati. Tuttavia tutte le parti coinvolte devono contribuire alla risoluzione dei problemi”, ha dichiarato Adrian Arquint, capo dell’Ufficio per la caccia e la pesca retico. “Oltre alla riduzione degli effettivi di selvaggina il bosco deve continuare a essere curato in modo intensivo per garantire buone condizioni sia per la crescita delle specie arboree naturali sia per lo spazio vitale degli animali selvatici” ha aggiunto il forestale cantonale Urban Maissen, capo dell’Ufficio foreste e pericoli naturali. Si tratta di un compito comune dei proprietari di boschi, del Cantone e della Confederazione.
La relazione bosco-selvaggina Hinterrhein-Moesano è stata elaborata l’anno scorso con il coinvolgimento dei comuni in qualità di proprietari dei boschi. È la quarta di sette relazioni bosco-selvaggina elaborate in totale dal Canton Grigioni.
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