Il 26 ottobre l'Organizzazione mondiale della sanità ha inserito le carni lavorate nell'elenco dei prodotti cancerogeni. A distanza di dieci giorni, dopo lo shock iniziale, nell'opinione pubblica hanno trovato spazio reazioni e sentimenti diversi, che hanno finito per polarizzarsi.
(Video tratto da Il Quotidiano)
La carne lavorata è cancerogena?
Il Quotidiano 28.10.2015, 20:00
Da una parte cresce il partito di chi, per reazione, fa spallucce, bolla di eccessivo allarmismo il comunicato dell'OMS e non modifica le proprie abitudini alimentari: "Tutto fa male... di qualcosa dobbiamo morire... tanto vale godersi la carne", le frasi più gettonate.
Nell'altro schieramento, invece, aumenta la consapevolezza che non sia più possibile chiudere gli occhi di fronte alle evidenze scientifiche: la carne è finita sul banco degli imputati, non solo come nemico della salute ma anche come killer dell'ambiente. ''Personalmente - ha dichiarato il famoso oncologo italiano Umberto Veronesi il 26 ottobre - dico che il consumo di carne va comunque eliminato del tutto, e questo, per quanto mi riguarda, per due motivi fondamentali: amo gli animali e dunque non li mangio e perché la carne è un alimento assolutamente non sostenibile dal punto di vista ambientale''. Basta un dato, conclude l'oncologo, per capire la portata di quest'ultima affermazione: ''Per ottenere un chilo di carne pronta al consumo occorrono circa 20mila litri di acqua, ma per ottenere la stessa quantità di cereali ne occorrono meno di mille''. Nell'ultimo report di ottobre del WWF "Il clima nel piatto" emerge che dalla zootecnia proviene il 18% delle emissioni globali di gas serra. E gli ecologisti hanno più volte puntato il dito contro l'allevamento, tra le principali cause di deforestazione, desertificazione e di consumi eccessivi di energia ed acqua (vedi water footprint).
"La carne fa male, anche al clima"
Il tema del momento viene affrontato dalla redazione di Patti Chiari venerdì 6 novembre
Basterebbe ridurre del 50-70% il consumo di carne per ottenere, nella sola Italia, oltre 2.000 decessi in meno l'anno e un abbattimento del 50% delle emissioni di gas serra prodotte dall'allevamento di bestiame. E' la conclusione a cui sono giunti gli epidemiologi della vicina Penisola, riuniti nel 39.esimo congresso nazionale, da poco concluso a Milano. I risultati dello studio "Riduzione del consumo di carne e delle emissioni di gas serra e benefici per la salute in Italia", coordinato da Paola Michelozzi del dipartimento di Epidemiologia della Regione Lazio, sono stati pubblicati sul numero speciale di "Epidemiologia & Prevenzione". "Gli scenari di riduzione sono in linea con le raccomandazioni nazionali e internazionali - ha dichiarato Michelozzi all'adnkronos - e considerando l'associazione evidenziata tra consumi di carne e aumento di rischio anche per altre patologie (in particolare per le cause ischemiche) il guadagno di salute stimato potrebbe essere maggiore".
Conclusioni che rafforzano la convinzione di quanti hanno deciso o stanno pensando di bandire dal menu la carne, spaventati, appunto, dagli ultimi dati diffusi dall'Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (IARC), che fa capo all'OMS. Un esempio per tutti: consumare 50 grammi al giorno di carne rossa trattata accresce il rischio di tumore al colon rettale del 18% e aumenta il pericolo di svilupparne altri, ad esempio quelli al pancreas e alla prostata.
Massimiliano Angeli
Patti chiari, promo 6 novembre 2015
RSI Info 04.11.2015, 10:56