La legge ticinese sugli appalti e quella sulle imprese artigiane (LIA) sono nel mirino dell’UE. Su richiesta dell’Italia, che vi vede un tentativo di limitare la libera circolazione, la Commissione europea ha formalmente chiesto spiegazioni a Berna. La Svizzera ha in parte già risposto e invierà una memoria scritta.
Alla riunione del comitato misto sulla libera circolazione delle persone sono state molte le domande che i giuristi di Bruxelles hanno rivolto ai loro colleghi di Berna, non solo sulle leggi ticinesi. La vicedirettrice della segreteria di Stato alla migrazione Cornelia Lüthi, che guidava la delegazione elvetica, ha descritto l’incontro come positivo, ma fonti europee hanno confermato che le divergenze rimangono.
La delegazione elvetica ha spiegato che la LIA è oggetto di ricorsi e che altre iniziative legislative sono solo in fase di discussione, ma ha anche ricordato che la Svizzera decide le sue leggi in modo autonomo. Con queste premesse, è chiaro che l’Unione continuerà ad osservare da vicino come sarà attuata la legge di applicazione dell’iniziativa del 9 febbraio. Il trattamento dei lavoratori frontalieri sarà un fattore importante.
tm