“Manterremo la tenda del triage nei prossimi mesi, forse fino a fine anno, per rimanere pronti ad accogliere pazienti Covid e per un’eventuale seconda ondata”. A dirlo è Luca Merlini, direttore dell’ospedale La Carità di Locarno, che ha avviato il graduale ritorno verso una nuova normalità. E questo dopo aver subito una vera e propria rivoluzione, svuotandosi temporaneamente di tutte le sue attività per diventare il primo centro Covid del Ticino.
“In questi tre mesi abbiamo imparato moltissimo – dice da parte sua il direttore sanitario Michael Llamas –: abbiamo imparato a conoscere una nuova malattia, anche se non del tutto, e abbiamo imparato che il sistema sanitario ticinese è unito e può far fronte a un numero importante di pazienti, mantenendo una buona qualità della presa a carico”.
Dei 466 pazienti ricoverati qui dall'inizio della pandemia, oggi ne restano 10, quelli che hanno avuto dei decorsi complessi e lunghi. Le preoccupazioni per una seconda ondata ci sono, ma l'ospedale locarnese sarebbe pronto a tornare in prima linea: “Durante il periodo dell’emergenza – spiega il direttore della clinica Merlini –, nel cosiddetto ospedale “di giorno” abbiamo convertito 5 posti letto in terapia intensiva e li stiamo mantenendo approntati per i pazienti Covid, allo stesso modo si sta pensando di non fare rientrare la degenza del reparto di pediatria nei prossimi mesi, mantenendo anche qui la struttura per un’eventuale nuova emergenza”.
È invece ancora presto per capire quanto questa riorganizzazione e questa flessibilità siano costate.