Ticino e Grigioni

La guerra mette in crisi il trading

Conflitto in Ucraina e sanzioni antirusse: gravi problemi per una ventina di società attive in Ticino nella compravendita di materie prime

  • 6 aprile 2022, 07:34
  • 20 novembre, 18:20
03:32

Compravendita di materie prime sotto pressione

Il Quotidiano 05.04.2022, 21:00

Di: QUOTIDIANO/Davide De Nigris/ARi 

Una ventina di società attive in Ticino nella compravendita di materie prime dalla Russia o dall'Ucraina si trovano ora in gravi difficoltà. "Posso purtroppo dire che alcune sono a rischio di chiusura, liquidazione, fallimento", afferma Marco Passalia, segretario generale di Lugano Commodity Trading Association, sottolineando che alcune di queste aziende "sono anche importanti in termini di posti di lavoro, di indotto generato ma anche di competenze". I problemi che le investono sono legati alle sanzioni antirusse e alle "interpretazioni delle sanzioni che hanno non solo le aziende, ma anche gli istituti bancari che finanziano le operazioni" e che sono "molto, molto più restrittivi rispetto alle sanzioni". Resta quindi il problema di riuscire a "performare i contratti", di riuscire a "trasportare queste materie da queste zone in conflitto dove c'è domanda".

La Gamma Trade di Lugano è una società di trading fortunatamente meno esposta a Russia e Ucraina. Ma le ripercussioni non mancano. "Non veniamo toccati direttamente da quanto sta accadendo. Indirettamente sì, però", precisa il suo direttore Alessandro Fossati, osservando che "da un lato si constata una diminuzione dei consumi e dall'altro un aumento dei prezzi dell'acciaio, laddove è disponibile". L'attuale contesto è dominato dagli effetti delle sanzioni alla Russia e dal venir meno delle possibilità d'approvvigionamento dall'Ucraina, dove alcuni siti industriali sono stati bombardati. E sui mercati trovare alternative è "veramente molto difficile" per via di barriere protezionistiche molto elevate.

Il clima d'incertezza non grava solo sulle società di trading ma anche su quelle aziende che utilizzano le materie prime per la loro produzione. "Ad oggi, che noi sappiamo, non sono state ancora imposte sanzioni ai fornitori russi di materia prima" ma "non sappiamo quello che succederà domani", afferma Andrea Costa, direttore generale della SMB di Sant'Antonino. La sua impresa, che fabbrica placche e protesi soprattutto in titanio, è ora impegnata a cercare di mantenere solida la sua catena di approvvigionamento per non interrompere le forniture alla clientela. Ma attualmente "i prezzi di fornitori alternativi dove vi è un pochino di speculazione per quello che sta succedendo sono decisamente più elevati. Siamo nell'ordine di due, due volte e mezzo in più", sottolinea.

Le attese si concentrano ora sulle nuove sanzioni che a giorni dovrebbero essere disposte contro la Russia. "Le stiamo aspettando. L'importante è che alla fine queste non creino un danno maggiore a noi, piuttosto che alla parte sanzionata", commenta Marco Passalia.

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