"L'esercito per noi è una sicurezza – afferma Martin Bühler, responsabile del coordinamento dei lavori in Bregaglia –, senza occhi e senza orecchie in altura, in basso, non possiamo lavorare". I militari, per questo motivo, in Val Bondasca stanno montando il nuovo sistema di sicurezza che permette la comunicazione con il fondovalle dove gli interventi proseguono.
Si opera per riaprire la vecchia strada cantonale ripristinando l'unico collegamento con la Val Chiavenna, svuotare la grande camera di contenimento e liberare dal materiale le zone meno esposte gli abitati di Bondo, Spino e Sottoponte. Le 145 persone che vi abitano sono state tutte sfollate. Sembrano villaggi fantasma come verificato dagli inviati RSI che domenica pomeriggio hanno potuto accedere alle zone meno rischiose.
Tra le vie di Bondo
RSI 03.09.2017, 19:42
"Stiamo inoltre installando sistemi per la ricerca – prosegue Bühler –, in questo modo gli specialisti dei pericoli naturali possono monitorare e valutare in modo costante la situazione. La sicurezza per gli operai in valle è stata comunque sempre stata garantita".
Arrivate nuove forze
Nel frattempo sono arrivate nuove persone che permetteranno di dare il cambio agli specialisti che si trovano da diversi giorni in montagna. "Le nuove apparecchiature ci permetteranno di osservare attentamente cosa sta avvenendo in cima ai monti e di prepararci al meglio per la prossima colata di fango che potrebbe scendere a valle".
RG/MABO