Ticino e Grigioni

Locarnese, ancora diverse decine di sfollati

Sono ancora molte le persone che non potranno rientrare nelle abitazioni prima di alcune settimane - La testimonianza e il caso di Palazzo Fonti, ora inagibile

  • 31 agosto 2023, 18:54
  • 15 settembre 2023, 11:32

Locarnese: la testimonianza di chi non ha più un tetto

SEIDISERA 31.08.2023, 18:46

  • Ti Press
Di: SEIDISERA/Red. MM

Sono diverse decine le persone che non sono ancora riuscite a tornare nelle proprie case dopo il maltempo e la devastante grandinata che hanno investito il Locarnese nella notte tra venerdì e sabato scorsi. E gli sfollati, probabilmente, non potranno rientrare prima di alcune settimane.

La vicenda di Cristina Fancello Bonanni, una delle persone sfollate

"Questo è lo stabile di via Cappuccini, si chiama Palazzo Fonti. La notte tra il venerdì e il sabato, per via della grandine, abbiamo iniziato ad avere infiltrazioni d'acqua in casa a partire dalle tre di notte del venerdì", racconta alla RSI, Cristina Fancello Bonanni, una delle tante persone sfollate. "L'ultimo piano, quindi, la parte più danneggiata, è abitata da una famiglia con due bambine piccole. Loro alle tre di notte hanno iniziato ad avere acqua in casa. La situazione è diventata particolarmente traumatica per le bimbe, per la mamma, difficile per tutti, ma soprattutto per una famiglia con bambini piccoli", continua.

Dopo il maltempo, ancora sfollati a Locarno

Il Quotidiano 31.08.2023, 19:00

"La notte del venerdì siamo rimasti in casa. Sabato mattina ci siamo svegliati tutti presto. Il primo allarme è stato dato alle 8.00/9.00 del mattino dai vicini dell'ultimo piano, cioè quelli più danneggiati e quelli che iniziavano veramente ad andare un attimino in fibrillazione. E quando è arrivata una ditta a verificare lo stato del tetto, ha detto: 'non si può fare assolutamente nulla'. Il Cantone alle 18.00 del sabato ci ha detto: 'lo stabile è inagibile, trovatevi un albergo dove stare'. Poiché la situazione era veramente molto particolare, noi inquilini ci siamo messi tutti insieme e abbiamo cercato di portare tutto il mobilio e tutte le cose personali della proprietà del terzo piano nel mio appartamento al primo piano, che era quello più asciutto di tutti. E quindi abbiamo passato la notte a cercare teli di plastica, abbiamo protetto al massimo e poi abbiamo cercato anche di trovare una ditta che aspirasse l'acqua. Fino a che, lunedì mattina, è intervenuto il Cantone. Hanno dato ufficialmente l'inagibilità del condominio, per cui noi, da quel momento siamo transennati fuori. Non possiamo entrare, se non per qualche minuto sotto stretto controllo del Cantone o della polizia comunale. Siamo in albergo e quindi adesso è il Cantone che dovrà decidere cosa fare. Questo è un grosso punto interrogativo, credo che neanche il Cantone, allo stato attuale, sappia esattamente cosa fare".

"Ci siamo resi conto, nel giro di 24/48 ore... ma in una situazione del genere su chi si può fare affidamento? Io la risposta, ad oggi, non ce l'ho", sottolinea Cristina Fancello Bonanni.

Lo stabile danneggiato è Palazzo Fonti, di proprietà del Cantone

Quella di Cristina Fancello Bonanni è una vicenda particolare. Lo stabile in questione è appunto Palazzo Fonti, di proprietà del Cantone e che ospiterà nel prossimo futuro il Museo cantonale di Storia Naturale. Pertanto, gli inquilini dovranno comunque lasciare la casa entro ottobre 2024. Si pone quindi il problema se ristrutturare gli appartamenti (sono quattro, quelli abitati e ora sfollati), oppure attendere i lavori più radicali in vista dell'insediamento del museo.

La sezione della logistica del Cantone, interpellata dala RSI, ha confermato che si sta verificando lo stato di ogni singolo appartamento e dopodiché si preparerà un piano di intervento per valutare il da farsi. Le quattro famiglie, nel frattempo, sono state alloggiate in tre diversi alberghi. I costi saranno anticipati dal Cantone e poi saranno oggetto di valutazione con le assicurazioni. Gli appartamenti potrebbero ad ogni modo tornare ad essere agibili entro una settimana, dieci giorni al massimo.

La situazione degli sfollati

"Attualmente la maggior parte degli sfollati sta pian pianino rientrando, alcuni sono ancora in alberghi o anche soprattutto da familiari, amici o parenti. L'entità dei danni e dei lavori comunque è importante, quindi sarà la parte tecnica che stabilirà il periodo di rientro. E anche in merito all'agibilità dello stabile sarà un perito del Comune (con la parte tecnica) a doversi pronunciare", spiega Patrik Arnold, vice comandante della Protezione civile Locarno e Vallemaggia.

I numeri legati all'attività della Protezione civile

"Sono state evacuate due palazzine con un'ottantina di persone e poi sono diversi anche i casi singoli che si sono aggiunti. E poi c'è stata anche un'evacuazione ad Arcegno, alla colonia Pestalozzi. Lì sono state evacuate 60 persone, tra cui 18 invalidi. Sono stati accolti nel nostro impianto della Protezione civile a Minusio. Fortunatamente, il giorno dopo, sono rientrati oltre Gottardo", dice Arnold.

L'evento è stato eccezionale, pertanto ha fatto emergere certamente qualche limite nel dispositivo di intervento. Limiti che possono però anche essere sfruttati come insegnamento per il futuro. "Ogni evento insegna. In questo caso la portata della grandine in 20 minuti ha messo in dura difficoltà la garanzia di poter agire subito, soprattutto perché sia la Protezione civile o anche i pompieri hanno difficoltà nel reperire materiale o militi. Un esempio? Plastiche del genere non ce n'erano più, tutti i magazzini erano vuoti... Questo sarà qualcosa da coordinare meglio con tutti i partner", sottolinea Arnold.

La prima conta dei danni

Il Quotidiano 28.08.2023, 19:00

Ancora disagi nel Locarnese

Il Quotidiano 28.08.2023, 19:00

SEIDISERA 18.00 del 28.08.23 - I danni ai pannelli fotovoltaici

RSI Info 28.08.2023, 17:52

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