Nei Grigioni la regolazione proattiva del lupo è già in atto da alcuni giorni. In Ticino, invece, nulla ancora si muove. Come mai? Sono intanto 300 i cacciatori che nel cantone si sono annunciati e hanno ottenuto l’autorizzazione di abbattere i lupi, nel quadro della regolazione che la rivista legge federale sulla caccia consente dal 1° settembre al 31 gennaio.
Nel mirino, in base ai rilevamenti dell’Ufficio ticinese caccia e pesca, ci sono in totale 4 cuccioli: 2 appartenenti al branco dell’Onsernone e 2 a quello della Val Colla. Il numero complessivo deriva dalle disposizioni federali che, in base all’ordinanza sulla caccia, permettono la soppressione dei due terzi dei cuccioli di un branco. E in questi mesi i guardiacaccia hanno rilevato e documentato la presenza di 4 nuovi cuccioli in Onsernone e 3 o 4 in Val Colla.
In territorio retico la regolazione proattiva è iniziata mercoledì scorso. In Ticino, invece, si attende ancora. Ma le regole non dovrebbero essere federali e uguali per tutti? La risposta è tanto semplice, quanto non priva di potenziali conseguenze. I Grigioni hanno infatti inoltrato le loro richieste all’Ufficio federale dell’ambiente (UFAM) già lo scorso 15 agosto. Ora, per prassi l’UFAM, unico competente per il rilascio delle autorizzazioni, impiega 15 giorni lavorativi per le necessarie verifiche e per rispondere. Ecco, quindi, che per i Grigioni i tempi tornano.
Il Governo ticinese, invece, ha presentato le sue richieste solo dopo la sua seduta di mercoledì 28 agosto: calcolando quindi i 15 giorni di attesa, arriviamo attorno alla data del 20 settembre. Ma a quel punto, in base alla risposta dell’UFAM, il Consiglio di Stato dovrà ancora decidere ed emanare i relativi ordini di abbattimento, che solo dopo pubblicazione diverranno effettivi.
Facile capire, insomma, che andremo ormai a fine mese. La regolazione proattiva, come già detto, è consentita fino a fine gennaio. Ma questo ritardo avrà delle conseguenze? Proprio qui nasce l’inghippo: la caccia sarà terminata e i cuccioli, che nascono fra aprile e maggio, cresciuti. Cresciuti anzitutto nella taglia, tanto da renderli difficilmente distinguibili dagli esemplari adulti. La conseguenza è che, per evitare errori negli abbattimenti, si è già deciso di avvalersi della collaborazione coi cacciatori solo fino alla fine di settembre. Da lì in avanti, il compito sarà affidato solo ai guardiacaccia. Tutto questo vuol dire una sola cosa: che tutta la procedura allestita per coinvolgere e autorizzare i cacciatori rischia di andare a vuoto. Con spreco di energie, soldi e, con tutta probabilità, anche la frustrazione di chi si è messo a disposizione.