Contro il lupo, “la politica deve assolutamente fare di più”. “La nostra opinione è che il lupo c’è, lo si può contenere e regolamentare, tenendo conto non solo dell’animale ma anche di chi ci vive sulle montagne”. Così si è espresso ai microfoni RSI Michele Rotanzi, presidente dell’associazione dei comuni valmaggesi (ASCOVAM).
L’ASCOVAM si è riunita mercoledì per far sentire la propria voce contro la minaccia del lupo. Le sue predazioni danneggiano l’economia locale, in particolar modo l’allevamento negli alpeggi.
“O perdo le capre o il formaggio”, racconta Valerio Tabacchi, produttore di formaggio di capra che quest’anno, dopo tre predazioni, ha deciso di riportare il gregge a valle prima del tempo. “Scaricando prima l’Alpe con le capre, ora perdo circa due, tre forme al giorno di formaggio, forme che in questi mesi non mi pagherà nessuno”.
Diversamente dagli scorsi anni, gli animali predati sono in diminuzione (si passa dai 296 del 2022 ai 101 registrati fin ora nel 2024), ma gli attacchi sono in aumento. Inoltre, si consideri “che ci sono anche meno alpeggi caricati”, sottolinea Omar Pedrini, presidente dell’Unione contadini ticinesi. “ci sono vaste zone del Ticino che non sono più caricate con animali come pecore e capre”.
In effetti negli ultimi 3 anni sono una decina gli alpeggi che in Vallemaggia sono rimasti inattivi.