Ticino e Grigioni

Permessi: chiusa l’inchiesta

Si profila il processo per le quattro persone arrestate in febbraio. Alla sbarra anche il padre del “corruttore”

  • 10 ottobre 2017, 19:52
  • 23 novembre, 04:00
Venduti 15 permessi secondo l'accusa, 9 per gli indagati

Venduti 15 permessi secondo l'accusa, 9 per gli indagati

  • © Ti-Press / Samuel Golay

Il filone principale dell’inchiesta sui permessi falsi è chiuso. Lo ha comunicato oggi (martedì) il procuratore pubblico Antonio Perugini, prospettando il rinvio a giudizio per le cinque persone coinvolte nella vicenda. Si tratta – ricordiamo - dell'ex funzionario dell’Ufficio della migrazione, della sua compagna, del titolare della Aliu Big Team di Bellinzona, del fratello e del padre dei due giovani.

Tra il gennaio del 2015 e l’arresto dei primi quattro, scattato il 7 febbraio scorso, l’impresario “comprò” all’allora dipendente statale vari permessi (15 secondo gli inquirenti, nove secondo i due indagati). Permessi autentici, annullati o depositati alla Migrazione, che venivano rivenduti agli operai sostituendo la foto originale con la loro.

Alla sbarra il 25enne d’origine kosovara dovrà rispondere – questi i reati principali – di tratta di esseri umani, corruzione attiva e falsità in certificati. L’ex impiegato statale di corruzione passiva e falsità in certificati. Favoreggiamento invece l’ipotesi formulata a carico dell’amica, la cui posizione si è dunque alleggerita.

In alcune circostanze lui le delegò lo scambio dei permessi (consegnati in busta) con i soldi (dati brevi manu o lasciati in bucalettere). La donna ammette i fatti. Sostiene però di essere stata all’oscuro della vicenda. “Pensavo si trattasse del rimborso di prestiti”, ha spiegato agli inquirenti.

Le difese avranno tempo ora fino al 24 ottobre per presentare nuove istanze probatorie. Tutti gli imputati sono a piede libero. Il processo non è quindi da prevedere a brevissimo termine.

Francesco Lepori

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