A Mesocco è riuscito il referendum “Più soldi alla gente. Giù le imposte” per abbassare il moltiplicatore d’imposta dall’87 al 70% dal 1° gennaio di quest’anno e la popolazione sarà chiamata alle urne il 13 aprile.
La questione sta accendendo il dibattito politico, poiché la proposta di riduzione del moltiplicatore d’imposta comporterebbe un significativo alleggerimento fiscale per i cittadini, ma al tempo stesso solleva interrogativi sulla sostenibilità finanziaria del comune, che sarebbe costretto a rivedere la sua strategia di sviluppo, compromettendo diversi progetti.
I promotori – Angelo Ciocco, Fausto a Marca e Devis a Marca – hanno raccolto 101 firme, quando ne sarebbero state sufficienti 80. L’interesse di parte della popolazione per un abbassamento del moltiplicatore è reale.
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Grigioni sera 14.01.2025, 19:00
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“La gente è alla canna del gas. Con tutti gli aumenti che ci sono stati (la cassa malati, la corrente, il cibo) bisogna iniziare ad abbassare qualcosa. Anzitutto dunque bisogna farlo per i domiciliati, per aiutare chi ne ha più bisogno”, sostiene Fausto a Marca. “Inoltre, grazie al progetto di rilancio di San Bernardino, c’è grande fermento immobiliare e avere un moltiplicatore delle imposte più basso sarebbe utile anche per riuscire a convincere delle persone benestanti a domiciliarsi qui; conosco divers ticinesi che già ci stanno pensando”. “Insomma, se non lo abbassiamo ora, quando?” conclude.
La proposta non incontra però i favori del municipio e nemmeno del consiglio comunale. “Le finanze sono stabili, ma non ci consentono di abbassare in maniera così importante il moltiplicatore”, spiega Mattia Ciocco. “Siamo un comune dinamico e propositivo e abbiamo intenzione di portare avanti tutta una serie di investimenti importanti per rendere il nostro territorio ancora più interessante e vivibile. Ma se questo referendum dovesse essere accettato - prosegue il sindaco - dovremmo ripensare diversi progetti: l’ampliamento delle scuole, lo sviluppo del comparto stazione, gli appartamenti a pigione moderata in fase di progettazione a San Bernardino e pure lo sviluppo futuro della stazione turistica”, taglia corto. “Un abbassamento del moltiplicatore sarà possibile tra 3-4 anni, ma gradualmente”, conclude.
Nel dibattito si inserisce oggi una terza voce, chiaramente interessata, quella di Stefano Artioli, che con il suo progetto da 300 milioni di franchi intende rilanciare San Bernardino. L’imprenditore ticinese afferma di essere “contrario al referendum” perché “il comune deve avere i soldi poter realizzare tutti i progetti previsti”.
Nel medio-lungo termine, la sua visione sul moltiplicatore va però pure oltre quella dei referendisti. Per Artioli, grazie alle entrate generate dal rilancio del San Bernardino, Mesocco potrebbe diventare “un comune molto attrattivo fiscalmente”. Tra 5 anni - prevede - “a San Bernardino avremo tra 500 e 1’000 cittadini che pagano imposte alla fonte, avremo più tasse di soggiorno e avremo le entrate dalle tasse sugli utili immobiliari. Tutto questo permetterà al comune di Mesocco di avere più entrate lineari e di abbassare il moltiplicatore anche fino al 60%”, conclude.
Si tratta insomma di un dibattito politico che di certo non si chiuderà con il voto del 13 aprile. Perché c’è anche chi, per il comune alto-mesolcinese, vede un futuro da Eldorado fiscale alpino, seguendo così un modello tracciato in Engadina da Silvaplana, St. Moritz, Celerina, La Punt e S-chanf.
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