Sono molto richieste, ma si fa sempre più fatica a trovarne. In Ticino le famiglie diurne -che si mettono a disposizione per accogliere i bambini di genitori che lavorano- continuano a diminure. Ci sono comuni anche meno serviti, altri dove invece queste figure sono di più, ma in tutto il Ticino le famiglie diurne sono in calo e lo sono da un po'.
“In tutte e tre le regioni c’è una diminuzione” spiega Giorgia Realini, membro della federazione che raggruppa le tre associazioni attive sul territorio e coordinatrice pedagogica di quella del Mendrisiotto. Una regione dove da 45 famiglie diurne attive nel 2015, si è ormai scesi a una trentina che si occupano di gestire 170 bambini al mese. “Il reclutamento di nuove famiglie diurne è difficoltoso perché non si trovano facilmente persone che siano contemporaneamente a casa a curare i propri figli e disponibili ad accoglierne di altre mamme occupate professionalmente”
“Aumento compenso finora senza risultati”
Nel 2018 le tre associazioni avevano sostenuto la riforma fiscale e sociale che contemplava anche il riconoscimento di un contributo orario maggiore, quindi un "salario" più alto per chi si mette a disposizione. Un aumento che finora non ha però generato gli effetti sperati: “È entrata in vigore a gennaio 2019 – spiega ancora Realini – e il compenso orario è aumentato da 5,50 franchi lordi all’ora a 8. Speravamo che portasse dei frutti un po’ più consistenti, ma in 8 mesi non abbiamo ancora riscontrato risultati concreti”.
D’altro canto la richiesta rimane alta: le ore di affidamento in un anno sono rimaste invariate. “Questo significa che le famiglie diurne attive attualmente lavorano molto di più di quelle di una volta”. E neanche l’avvento dei nidi o dei centri extrascolastici ha fatto scemare il bisogno anche di questa soluzione. Spesso, fa notare la nostra interlocutrice, più flessibile in termini di orari.