Sono circa un milione le persone (secondo gli organizzatori) che hanno marciato domenica a Hong Kong per protestare contro la controversa legge sull’estradizione forzata, un decreto sollecitato da Pechino che consentirebbe a sospetti criminali di essere mandati in Cina per il processo. Si tratta della più grande protesta dopo la cosiddetta rivolta degli ombrelli del 2014, che ha visto centinaia di migliaia di persone scendere in piazza reclamando un sistema politico pienamente democratico.
Nuovi scontri a Hong Kong
Telegiornale 10.06.2019, 14:30
RG 24.00 del 09.06.2019 La corrispondenza di Gabriele Battaglia
RSI Info 10.06.2019, 02:01
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Le associazioni per i diritti umani e civili dell'ex colonia britannica ritengono che la nuova legge servirà per portare avanti persecuzioni politiche all'interno dello stesso territorio di Hong Kong, sopprimendo la libertà di parola ed esponendo molte persone al sistema giudiziario cinese.
I sostenitori della legge assicurano invece che sono state messe in atto misure di salvaguardia, per impedire che chiunque sia esposto a persecuzioni religiose o politiche venga estradato nella Cina continentale.
Il corteo è iniziato pacificamente ma, a notte fonda, è degenerato in scontri quando la folla si è radunata davanti alla sede del Parlamento e la polizia è intervenuta con manganelli e spray urticanti per disperdere i manifestanti, che hanno lanciato bottiglie incendiarie ed eretto barricate.
Hong Kong, no alla legge sull'estradizione
Telegiornale 09.06.2019, 22:00