Le polemiche scaturite dalle due pagine dell'agenda scolastica sul tema "gender" sono giunte lunedì al pettine della Commissione formazione e cultura (CFC), che ha incontrato la direttrice del DECS Marina Carobbio, ma anche alti funzionari dello stesso DECS e del DSS. "Si è trattato di un incontro positivo e pacato", ha riferito alla RSI il presidente della Commissione Aron Piezzi (PLR). La questione "è sfuggita un po' di mano, anche nei toni", ha ammesso.
Ciò che non significa un passo indietro. I commissari hanno esposto ai rappresentanti dei due dipartimenti quelli che sono, a loro modo di vedere, gli aspetti critici: "Anche per evitare ulteriori fraintendimenti sulla agenda del prossimo anno. Abbiamo chiesto - ha detto Piezzi - di rivedere la modalità operativa perché non è accettabile che docenti e direttori scolastici vengano a sapere, pochi giorni prima dell'inizio delle scuole, dei contenuti dell'agenda dalla stampa e per di più con toni polarizzanti ed estremi".
Quanto al rischio che anche così facendo ci sia sempre qualcuno che contesta i contenuti... Piezzi ribalta la questione: "A mio avviso bisogna chiedersi se l'agenda è il veicolo corretto per portare avanti queste tematiche. Secono me, no. Ci sono altri modi, all'interno della scuola, per affrontare queste tematiche con più credibilità, evitando le banalizzazioni. La scuola del resto lo fa già oggi".
All'obiezione, infine, che i contenuti "incriminati" siano stati sviluppati da specialisti e interni ai due dipartimenti... ha ragione dunque la politica? "Io sono anche un docente e come tale anche mi esprimo - ha ribattuto il presidente della CFC -. Ci è stato detto che l'agenda si fa così da 30 anni e questa è la peggior risposta che si può dare. Perché ogni situazione, ogni esperienza va analizzata criticamente per capire se è ancora giusto proporla. Io spero che l'approccio dell'agenda possa essere rivisto per il bene della nostra società".