In un'edizione senza Piazza Grande "forse c'è un po' di frustrazione, ma vista la gravità della situazione mondiale non è stato il sentimento prevalente. Piuttosto, c'è stata la difficoltà di affrontare le tantissime incertezze e i tantissimi cambiamenti. Il Festival di Locarno è agile nello spirito e noi abbiamo dovuto adattarci alle situazioni nuove e diverse che si sono presentate. Siamo riusciti a proporre una formula originale di una manifestazione che ha saputo trasformarsi per continuare a svolgere la propria missione, cioè sostenere e promuovere registi e film": sono le parole della direttrice artistica Lili Hinstin, raggiunta nell'ultimo giorno della 73ma edizione della manifestazione.
Una rassegna segnata dalla pandemia che è giunta a conclusione oggi, sabato, con la cerimonia finale in serata al GranRex e la proiezione di "La France contre les robots" del pardo d'onore 2017 Jean-Marie Straub e di nove dei 33 "corti" di registi svizzeri inclusi nella Lockdown Collection.
RG 18.30 del 15.08.2020 Il servizio di Moira Bubola
RSI Cultura 15.08.2020, 20:46
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Più che con i 121 film presentati nonostante il coronavirus - in un mix fra le sale dove gli spettatori sono stati più di 5'000 e l'online - è con il progetto "The Films after tomorrow", a sostegno di pellicole non ancora completate a causa del lockdown, che Locarno non solo ha difeso il suo posto fra i festival cinematografici mondiali, ma ha guadagnato ancora più rispetto. "Abbiamo dimostrato di saperci reinventare e aiutare i creatori in difficoltà", sostiene Hinstin.
Tra le novità proposte in questi 11 giorni, vale la pena ricordare i "secret screenings", proiezioni a sorpresa di pellicole scelte dalla stessa direttrice artistica. Il palmarès era stato annunciato venerdì: in assenza del concorso internazionale come lo conoscevamo in passato, i due principali riconoscimenti sono stati gli aiuti di 70'000 franchi attribuiti, affinché concludano la loro opera, alla cineasta argentina Lucrecia Martel (per "Chocobar") e alla svizzera Marí Alessandrini ("Zahorí", pure ambientato in Argentina).
Il festival fa 5'000 spettatori
Il Quotidiano 15.08.2020, 21:30