Bisogna rischiare e sperimentare per scoprire le potenzialità agricole del nostro territorio. Lo sa bene Luc Codina, ex-informatico , che nel 2022 ha sradicato la sua vigna per dare spazio a decine di piante di agrumi, dando vita al progetto AlpAgrumi e dimostrando che la coltivazione di questi frutti riesce bene anche in Ticino.
AlpAgrumi: dal Merlot ai mandarini
Mentre cammina tra i terrazzi pieni di piante diverse e ci offre i loro frutti, Luc racconta che l’idea è nata perché, insieme alla moglie Michela, voleva intraprendere una coltivazione più naturale e senza l’utilizzo di prodotti fitosanitari, che il Merlot richiede in modo massiccio. Così ha deciso di strappare la loro vigna, a circa 500 metri sopra Monte Carasso, e piantare alcuni alberi di mandarini.
Gli agrumi hanno il vantaggio di avere una grande diversità e di essere molto conosciuti. Arance, limoni e mandarini sono i frutti più consumati al mondo, perché crescono su tutti i continenti.
Luc Codina, AlpAgrumi
Il progetto all’apparenza azzardato ha funzionato e le piante si sono adattate bene al terreno, spingendo Luc a piantarne di più, non soltanto mandarini. Il fatto di essere in collina non è stato uno svantaggio, anzi: l’altitudine ha riparato le piante dal freddo, che è rimasto piuttosto in valle. Ora crescono una trentina di varietà diverse, tra cui arance, pomeli, limoni e yuzu. «Ci siamo trovati con tante piante, così abbiamo deciso di aprire un vivaio per venderle. Per quanto riguarda la vendita dei frutti, al momento non ne abbiamo ancora abbastanza, ma l’obbiettivo per l’anno prossimo è quello di venderne ai mercati». È importante per lui informare le persone sulla fattibilità di questa coltivazione sul nostro territorio; per questo motivo ha anche aperto un sito in cui condivide tutti i consigli necessari e articoli sul tema.
Mandarini sotto la neve del 22 novembre
Storicamente, agrumi anche al Nord
Piu volte capita di sorprendersi vedendo una pianta di agrumi che dà i frutti sui nostri balconi o giardini, e chiedersi come sia possibile, non vivendo in un clima mediterraneo come quello della maggior parte degli agrumi che acquistiamo. «In realtà è molto più comune di quanto pensiamo, basta chiedere a vicini, conoscenti e amici e ci stupiremo di quanti già lo fanno».
Sicilia e Spagna non sono sempre stati i luoghi ideali a questa coltivazione. Racconta Luc che questi frutti «sono stati per molto tempo coltivati in Liguria e nella Riviera francese. In Sicilia e nel resto del Sud Italia arrivano più tardi, dopo l’unificazione italiana, quando i piemontesi hanno investito nella coltivazione di agrumi, con l’idea di venderli agli inglesi che ne avevano bisogno per curare lo scorbuto dei loro marinai». Contenendo vitamina C gli agrumi erano infatti ideali per combattere questa malattia. «Invece in Liguria e in Francia è già dal 1500 che si coltivano, e questi sono posti che hanno conosciuto forti gelate.»
Quale futuro per la coltivazione di agrumi?
Diamo per scontato che non possano crescere anche alle nostre latitudini siccome la gran parte delle arance, limoni e mandarini che compriamo vengono da paesi come la Spagna. In realtà, sono zone di pianura dove la coltivazione è facilmente meccanizzabile. «Bisogna capire però che futuro e che impatto ha la coltivazione di agrumi in massa. Le piante hanno bisogno di molta acqua, e con il clima che cambia e la siccità che aumenta, le conseguenze possono essere drammatiche». I dati della coltivazione di arance in Sicilia di quest’anno parlano chiaro: il raccolto è stato danneggiato tra il 30% e il 50% a causa delle mancate piogge. «A livello di prezzi e produttività non c’è paragone, ma quello che per me è importante non è mettere a confronto queste due coltivazioni o raggiungere i loro livelli. Mi interessa che la gente possa iniziare a crescere le piante nel proprio giardino - se possibile in modo naturale - ed avere la soddisfazione di raccogliere i frutti sani e locali».
Valencia, coltivazioni di agrumi compromesse
Telegiornale 21.11.2024, 12:30
Nessun timore, ecco i punti chiave per il fai-da-te
La pianta dev’essere esposta al sole, soprattutto al mattino. La pianta dev’essere esposta al sole, soprattutto al mattino. Mandarini e arance hanno bisogno di più sole rispetto ai limoni per sviluppare sufficienti zuccheri.
Selezionare varietà che resistono alle gelate: alcune possono tollerare anche dieci o quindici gradi sotto lo zero
(come lo Yuzu), a patto che queste non si protraggano per troppi giorni consecutivi. È importante che durante il giorno la temperatura risalga sopra lo zero.
Gli agrumi sono sempreverdi, quindi posso necessitare di acqua anche l’inverno. Fertilizzanti invece solo da aprile ad agosto.
Verificare che anche il portinnesto della pianta (parte bassa) sia resistente al freddo e adatto al tipo di terreno.
Scegliere varietà a maturazione precoce : settembre a dicembre, prima delle forti gelate.
Testare, sbagliare e divulgare
Dalle parole di Luc traspare molta voglia di sperimentare per capire quali sono i limiti dei suoi progetti.
In realtà servono anche gli esperimenti rischiosi, perché si impara di più dagli errori piuttosto che quando va tutto bene.
Luc Codina, AlpAgrumi
Spera che il suo progetto sia di ispirazione e lui si dice aperto a condividere la sua esperienza. Crede che in Ticino bisognerebbe osare di più, coltivare più frutta - non solo agrumi - perché le condizioni climatiche ci sono. «È un tipo di coltivazione che è stata esclusa a causa della paura delle gelate, ma con la giusta selezione di varietà, il portinnesto adatto e attente cure, si possono raccogliere mandarini, pompelmi e anche arance in Ticino. Adesso l’uva per la produzione di vino domina, ma il nostro territorio ha anche altre potenzialità».