La persona che domenica ha piazzato la bomba nel centro di Istanbul, uccidendo sei persone, è stata arrestata, ha annunciato il ministro dell'Interno turco Soumeylan Soylu all'agenzia ufficiale di Anadolu. Il presidente Recep Tayip Erdogan e il suo vicepresidente, Fuat Oktay, avevano precedentemente indicato in una "donna" la responsabile dell'attacco, particolare che Soylu non ha però specificato. nel corso della mattinata, da fonte locali turche, si è appreso che si tratterebbe effettivamente di una donna di origini siriane che avrebbe lasciato il pacco contenente l'esplosivo su una panchina. La donna, Ahlam Albashir, secondo l'agenzia Anadolu, ha confessato durante l'interrogatorio di essere stata addestrata dal partito curdo armato PKK e dalle milizie curde siriane dello Ypg.
Il ministro dell'Interno, già dalle prime ore di lunedì, aveva puntato il dito contro il Partito dei lavoratori del Kurdistan (PKK) accusandolo di aver causato l'attentato nell'affollata via dello shopping di Istanbul. "Secondo i risultati delle nostre indagini, l'organizzazione terroristica del PKK ne è responsabile", ha affermato Soylu in una dichiarazione nella quale si afferma anche che altre oltre 40 persone sono state incarcerate in relazione all'attentato.
Nessuno straniero tra i morti
Oltre ai sei morti, l'attacco, che finora non è stato rivendicato, ha provocato 81 feriti: 50 sono stati dimessi 31 si trovano ancora in ospedale, 2 sono gravi. Il prefetto cittadino Ali Yerlikaya, esprimendo vicinanza alle famiglie delle vittime, ha fatto sapere che i sei morti sono tutti cittadini turchi: una madre e sua figlia, un padre e sua figlia, una coppia sposata e un'altra persona.
Il presidente Erdogan è stato il primo a denunciare un "vile attacco", poco prima di partire verso l'Indonesia al vertice del G20 a Bali: "Le prime osservazioni suggeriscono un attacco terroristico", ha detto il capo di Stato. "Gli autori di questo vile attacco saranno smascherati. Che il nostro popolo sia sicuro che [saranno] puniti", ha promesso Erdogan, che ha già affrontato una campagna di terrore in tutto il Paese nel 2015-2016. La Turchia, nel frattempo, ha respinto al mittente le attestazioni di lutto provenienti dagli Stati Uniti che Ankara ritiene "Paese che sostiene i terroristi".