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Gaza, veto USA sul cessate il fuoco immediato

Gli Stati Uniti hanno respinto la bozza di risoluzione presentata al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite

  • 20 febbraio, 17:06
  • 20 febbraio, 23:14
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Il Consiglio di Sicurezza dell’ONU è tornato a riunirsi sulla situazione in Medio Oriente (foto d'archivio)

Di: AFP/RSI Info

Gli Stati Uniti, martedì, hanno posto il veto a una bozza di risoluzione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite che chiedeva un cessate il fuoco “immediato” a Gaza. Si tratta del terzo veto dall’inizio della guerra tra Israele e Hamas.

La bozza di risoluzione, preparata dall’Algeria, chiedeva “un immediato cessate il fuoco umanitario, che deve essere rispettato da tutte le parti”, il rilascio di tutti gli ostaggi e si opponeva allo “sfollamento forzato della popolazione civile palestinese (mentre Israele vorrebbe un’evacuazione dei civili prima di scatenare l’offensiva di terra a Rafah, dove sono ammassati 1,4 milioni di persone nel sud della Striscia di Gaza).

Come i precedenti testi condannati da Israele e dagli Stati Uniti, la risoluzione non condannava l’attacco senza precedenti di Hamas contro Israele del 7 ottobre 2023, che ha causato la morte di oltre 1’160 persone, la maggior parte delle quali civili, secondo un conteggio dell’AFP basato su dati ufficiali israeliani. Per rappresaglia, l’esercito israeliano ha lanciato un’offensiva che ha provocato più di 29’000 morti a Gaza, la maggior parte dei quali civili, secondo il Ministero della Sanità di Hamas.

Nel fine settimana gli Stati Uniti avevano avvertito che la bozza algerina non era accettabile, minacciando di porre il veto. In quanto principale sostenitore di Israele, gli Stati Uniti ritengono che questa risoluzione metterebbe a rischio i delicati negoziati diplomatici sul terreno per ottenere una tregua che preveda l’ulteriore rilascio degli ostaggi. In questo contesto, hanno fatto circolare una bozza di risoluzione alternativa. Mentre finora si erano sistematicamente opposti all’uso del termine “cessate il fuoco”, ponendo il veto a due testi in ottobre e dicembre, la loro versione sostiene un cessate il fuoco, ma non immediato. Facendo eco alle recenti dichiarazioni di Joe Biden, il testo fa riferimento a un “cessate il fuoco temporaneo a Gaza non appena possibile” e sulla base di una “formula” che includa il rilascio di tutti gli ostaggi.

La bozza americana si preoccupa anche di Rafah, avvertendo che “una grande offensiva di terra non dovrebbe avere luogo nelle condizioni attuali”. “Non abbiamo intenzione di affrettare il voto sul nostro testo”, ha dichiarato lunedì un alto funzionario statunitense, precisando di non avere una “scadenza”. “Così com’è, non può passare”, aveva commentato una fonte diplomatica, citando diversi “problemi” legati in particolare alla formulazione di un cessate il fuoco e al rischio di un veto russo contro un testo prodotto dagli Stati Uniti.

Richard Gowan: “USA mostrano limiti della loro pazienza verso Israele”

In ogni caso, questa bozza americana “renderà nervoso Israele”, ha commentato Richard Gowan, analista dell’International Crisis Group. “Gli Stati Uniti stanno finalmente usando il Consiglio di Sicurezza come piattaforma per mostrare i limiti della loro pazienza con la campagna israeliana”.

Il Consiglio, da anni ampiamente diviso sulla questione israelo-palestinese, dal 7 ottobre è riuscito ad adottare solo due risoluzioni sull’argomento, essenzialmente di carattere umanitario. Con scarsi risultati: il flusso di aiuti a Gaza rimane largamente insufficiente.

Questo voto arriva pochi giorni dopo il secondo anniversario dell’invasione russa dell’Ucraina, una coincidenza sfortunata per gli Stati Uniti, ha osservato Richard Gowan. “Sono sicuro che la Russia sfrutterà questa opportunità per accusare gli Stati Uniti di usare due pesi e due misure quando si tratta di sofferenze civili in Ucraina e in Medio Oriente”, ha affermato. “È triste”, ha esordito lunedì l’ambasciatore russo alle Nazioni Unite Vassili Nebenzia. Il Consiglio ha l’”obbligo morale” di agire “per porre fine a questa tragica situazione”, ha aggiunto il suo omologo cinese Jun Zhang, ironizzando sulla posizione degli Stati Uniti, che “chiedono sempre la protezione dei diritti umani”.

“Costo umano è “intollerabile”, ecco perché Parigi ha votato a favore della risoluzione”

Per la Francia il costo umano della crisi a Gaza è “intollerabile”, ecco perché Parigi ha votato a favore della risoluzione araba su cui gli USA hanno messo il veto.  “Israele si deve fermare”, ha detto l’ambasciatore francese Nicolas de Riviere dopo il voto, ammettendo d’altra parte che “è incomprensibile” che il Consiglio di Sicurezza “non riesca a condannare Hamas”.

La situazione umanitaria resta catastrofica

Intanto, sempre martedì, nuovi attacchi israeliani hanno preso di mira la Striscia di Gaza, dove la situazione umanitaria rimane catastrofica, in particolare a Rafah, minacciata da un’offensiva di terra. Secondo le Nazioni Unite, quasi un milione e mezzo di persone sono ammassate a Rafah, situata nel sud del territorio palestinese contro il confine chiuso con l’Egitto, dove la popolazione è aumentata di sei volte dall’inizio della guerra tra Israele e Hamas.

Svizzera “deplora” fallimento risoluzione ONU

La Svizzera “deplora il fallimento” al Consiglio di sicurezza dell’ONU di “una risoluzione per un immediato cessate il fuoco umanitario e il rilascio degli ostaggi” a Gaza, scrive questa sera sulla rete sociale X il Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE). “È urgente proteggere i civili a Gaza e garantire un accesso umanitario senza ostacoli. Il rispetto del diritto umanitario internazionale è una priorità”, aggiunge il DFAE. La risoluzione, presentata dall’Algeria, è stata bocciata a causa del veto degli Stati Uniti, ricorda il Dipartimento diretto da Ignazio Cassis in una nota, pure diramata in serata. La situazione umanitaria drammatica per oltre due milioni di persone a Gaza continua a peggiorare, sottolinea.

Nell’adottare la risoluzione, il Consiglio di sicurezza avrebbe tra l’altro anche richiamato le misure preventive della Corte internazionale di giustizia del 26 gennaio 2024 per la prevenzione del genocidio in Medio Oriente e ribadito il suo appello per una soluzione a due Stati, spiega il Dipartimento. “Non possiamo permettere che centinaia di migliaia di civili assediati siano lasciati morire di fame e soffrire di epidemie senza adeguate garanzie di sicurezza per la fornitura di assistenza umanitaria e per la loro stessa protezione”, ha dichiarato il rappresentante elvetico prima del voto al Consiglio di sicurezza, stando a quanto riferisce il DFAE.

Per Berna sono urgenti il rilascio immediato degli ostaggi, un cessate il fuoco umanitario, l’accesso senza ostacoli degli aiuti umanitari a Gaza e il pieno rispetto del diritto umanitario internazionale e dei diritti umani da parte di tutte le parti. Su questa base, va poi avviato un dialogo politico, con l’obiettivo di una soluzione a due Stati.

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