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Groenlandia, “Telefonata di fuoco tra Trump e la premier danese”

Lo scrive il Financial Times - Il presidente USA deciso a impadronirsi dell’isola, parte integrante del regno di Danimarca

  • Ieri, 20:48
  • Ieri, 22:25
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Donald Trump

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Di: ATS/ANSA/M. Ang. 

Donald Trump ha insistito sulla serietà della sua intenzione di prendersi la Groenlandia, territorio danese autonomo, in un’infuocata telefonata con la prima ministra di Copenaghen. Lo riferiscono alti funzionari europei al quotidiano economico-finanziario britannico Financial Times. La scorsa settimana il neo presidente statunitense avrebbe parlato con Mette Frederiksen per 45 minuti, durante i quali quest’ultima avrebbe ribadito che la più grande isola al mondo “non è in vendita”.

Secondo i funzionari europei, “la telefonata tra i due è andata molto male” e Trump è stato “aggressivo e conflittuale”. “È stato orrendo”, ha detto una delle fonti al Financial Times. Il presidente “è stato molto determinato. Prima era difficile prenderlo sul serio ma penso che sia serio e potenzialmente molto pericoloso”, ha rivelato un’altra fonte.

Trump accarezza da tempo l’idea di prendersi la Groenlandia, come se stesse giocando una partita a Risiko con gli amici. Che in prima battuta dovrebbero essere alleati della NATO. Il 47esimo presidente degli Stati Uniti, conversando con i giornalisti nello Studio Ovale, aveva descritto l’isola a statuto speciale - ma pur sempre parte del Regno di Danimarca - come “un posto meraviglioso” che serve agli USA “per la sicurezza internazionale”.

L’isola non avrebbe le forze, ad esempio, per difendersi da sola e tutt’ora riceve ingenti sussidi dalla Danimarca per tenere in piedi il bilancio: il suo futuro, al di là degli slogan, è ancora da immaginare. La carta che ne regola l’autogoverno le dà la possibilità di organizzare il referendum sull’indipendenza e c’è chi, tra le forze politiche presenti all’Inatsisartut, il parlamento groenlandese, intendeva lanciarlo in concomitanza con le prossime elezioni, che si devono tenere prima del 6 aprile.

Ora, chissà. Trump, dal canto suo, ha fatto i compiti a casa. “Sono sicuro che la Danimarca ci seguirà: le costa molto denaro mantenerla e conservarla”, ha sottolineato dopo il giuramento.

Dal canto suo il ministro degli Esteri danese Lars Lokke ha dichiarato: “È ovvio che non possiamo avere un ordine mondiale in cui i Paesi, se sono abbastanza grandi, non importa come si chiamano, possono semplicemente prendersi quello che vogliono”. La premier Mette Frederiksen sa che dovrà navigare “in una nuova realtà”, ben sapendo che gli USA sono gli USA e la Danimarca è la Danimarca. I vertici Ue - ovvero il presidente del Consiglio Europeo Antonio Costa e della Commissione Ursula von der Leyen - dopo la prima bordata di Trump sulla Groenlandia avevano emesso un comunicato congiunto in cui avevano assicurato che l’Unione “proteggerà sempre i propri cittadini e l’integrità delle sue democrazie e libertà”. Da chi, ormai, non è più chiarissimo.

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