Nonostante l'annuncio di un cessate il fuoco mediato dagli Stati Uniti, i combattimenti tra le forze paramilitari di supporto rapido (RSF) del generale Mohamed Hamdane Daglo e l'esercito regolare del generale Abdel Fattah al-Burhane non si sono fermati.
Mercoledì (ieri) gli scontri sono proseguiti nella capitale, dove i caccia dell'esercito hanno sorvolato i sobborghi settentrionali, sotto il fuoco dei paramilitari, come hanno riferito i testimoni all'AFP. La periferia orientale di Khartum è stata bersagliata da attacchi aerei e ci sono stati scontri a colpi di mitragliatrice nella periferia meridionale, dove si trova una casa del leader paramilitare, hanno detto altri testimoni.
I due generali Burhane e Daglo, alleati nel colpo di Stato dell'ottobre 2021, stanno conducendo una guerra spietata che ha causato sinora 512 morti e 4'193 feriti, secondo un rapporto pubblicato mercoledì dal Ministero della Sanità sudanese. Il putsch ha posto fine alla transizione democratica seguita alla caduta del dittatore Omar al-Bashir, deposto nel 2019 su pressione della popolazione e imprigionato dopo trent'anni di potere.
Approfittando della situazione caotica, una figura chiave del regime di Bashir, Ahmed Haroun, ha annunciato martedì di essere evaso dalla prigione di Kober a Khartum, insieme ad altri alti funzionari della dittatura islamico-militare. "Siamo stati detenuti a Kober per nove giorni (...) e ora siamo responsabili della nostra protezione" in un altro luogo, ha detto Haroun in un discorso trasmesso dalla televisione sudanese. Bashir, anch'egli detenuto nella prigione di Kober, è stato trasferito prima dell'inizio degli scontri in un ospedale dove è rimasto "sotto la custodia della polizia giudiziaria", secondo l'esercito.
Nel frattempo circa 6'000 persone di diverse nazionalità hanno attraversato il confine con l'Etiopia, ha dichiarato un funzionario sudanese al posto di frontiera di Gallabat. Secondo l'ONU, che teme un esodo di massa, diverse decine di migliaia di persone sono già arrivate nei Paesi di confine del Sudan e stima che un totale di 270'000 persone potrebbero fuggire verso il Ciad e il Sud Sudan, mentre diversi Paesi, tra cui la Svizzera, continuano a rimpatriare diplomatici e persone che vogliono lasciare il Paese.