"Al momento io credo che la Russia sarebbe pronta ad avviare un vero negoziato su una richiesta base che non è mai scomparsa, quella dello status neutrale dell'Ucraina, ma sono le richieste di contorno che continuano a essere messe avanti (quelle sulla Crimea e anche sull'occupazione de facto sempre più consistente del Sud dell'Ucraina), che rendono impossibile, ora, pensare come si possa effettivamente sedersi al tavolo con Putin", così Orietta Moscatelli, intervistata da Reto Ceschi durante la puntata di "60 minuti", andata in onda lunedì 7 marzo, subito dopo la fine del terzo round di colloqui tra Russia e Ucraina.
Colloqui che l'analista di Limes definisce "piccoli", "infatti hanno parlato di piccoli passi avanti su aspetti logistici dei corridoi umanitari. Cioè forse si sono messi d'accordo su alcuni criteri come la direzione verso quale incanalare gli sfollati che cercano di scappare dalle città bombardate, in particolare Mariupol".
D'altra parte i negoziati "grandi", finora, non hanno risolto la situazione. "Vediamo tutto questo viavai di aspiranti negoziatori: il presidente francese Emmanuel Macron in primis (che ha raccolto molto poco) e poi Israele, che dovrebbe avere delle carte da giocare sul piano negoziale grazie al rapporto che ha con Putin e ancora la Turchia, l'India... sembra tentino di convincere Putin del fatto che tutti abbiano da perdere e che,quindi, sia utile trovare un punto di caduta in tempi brevi", spiega Moscatelli, ricordando che tra tutti i "grandi" negoziatori, continua ad essere fatto il nome dell'ex cancelliera tedesca Angela Merkel.
"Si è molto invocato l'intervento di Angela Merkel che, da saggia politica e da saggia governante, credo non si farà tirare in mezzo finché non ci sarà veramente una possibilità concreta di poter sortire un risultato. Quindi se "spunterà" Merkel, a quel punto credo che potremo cominciare a sperare in un negoziato che porti a qualcosa", sottolinea Moscatelli.