Chernihiv è una città situata a nord di Kiev, una fra le prime occupate dai soldati russi. Le truppe se ne sono andate, ma alle spalle hanno lasciato distruzione e devastazione. Marco Lupis e Lorenzo Ambrosino, collaboratori della RSI, hanno raccolto le testimonianze di coloro che hanno visto la propria casa trasformarsi in macerie.
"Quella era la mia casa...”, racconta una donna trattasi fortunatamente in salvo. “Appena ho sentito le prime bombe dei russi, sono scappata... poi il mio appartamento è esploso, le finestre, i muri, non è rimasto più nulla".
Un altro testimone indica invece un negozio. "Lo vedi laggiù?", chiede, "là in fondo c'era un negozio, i russi hanno sparato alle persone in fila per comprare il pane".
Un secondo uomo insiste poi per mostrare dove vive, cammina fino a dei casermoni devastati. Scende le scale che portano alle cantine e, facendo cenno di seguirlo, apre una pesante porta di ferro sotterranea che conduce ad un luogo privo di finestre e luce.
"Vivo qui sotto con mia sorella da più di un mese, da quando sono iniziati i bombardamenti" esclama. "È buio e fa freddo, c’è puzza di umidità e dei cadaveri ancora sotto le macerie. Non mi lavo o mi rado da più di un mese, e il gabinetto è un secchio. Non è giusto! Cosa abbiamo fatto ai russi? Se vogliono vivere sotto una dittatura, che lo facciano, ma io voglio stare in una democrazia. I russi vogliono adorare il nuovo zar? Che lo facciano, ma io non voglio".
Luciana Colucello dal Donbass
SEIDISERA 19.04.2022, 20:09
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La giornalista italiana Luciana Colucéllo si trova invece a Kramatorsk e, dagli scambi che ha potuto avere con diversi ucraini, ha riscontrato una particolarità: molte persone, nonostante tutto, restano. Colucéllo spiega che, specialmente in quei villaggi che definisce “un po’ dimenticati e in cui si vive di agricoltura e di pesca”, la gente parrebbe essersi rassegnata all’arrivo dei russi. In particolare, racconta ai microfoni della RSI, ha chiesto a un contadino se non avesse paura, la sua risposta è stata "russi, cinesi, non me ne importa... tanto poveri rimaniamo".