Molti oppositori russi hanno deciso di emigrare in Georgia. E sono già 30mila dall'inzio della guerra. A Tbilisi, però, non tutti sono contenti.
Oggi è Jegor ad occuparsi del piccolo Iwan in un parco giochi di Tbilisi, insieme alla loro babysitter georgiana. La madre di Iwan, nel frattempo, scrive il suo blog, chiamato "Potere femminile". I testi della femminista russa e critica del regime sono popolari. Ma le hanno causato anche non pochi nemici. Per questo lei e la sua famiglia hanno lasciato la Russia per la Georgia. "In Russia è da molto tempi che c'è la repressione. Ma adesso tutto è diventato molto peggio. E' in corso una purga. Anche io ho scritto spesso contro la guerra in Ucraina. Una cosa per cui si può andare in prigione per molti anni", dice.
Suo marito Jegor, a Mosca, lavorava come designer. A causa delle sanzioni e della crisi economica la situazione era difficile. Ma sarebbe rimasto volentieri in Russia. "La gente normale, che non si occupa di politica, al momento non ha molto da temere. Ma appena critichi la politica, specialmente alcune persone alla testa del potere, diventa delicato. Non si può rimanere impuniti", spiega.
Zalina e suo marito si incontrano regolarmente con altri russi. Approfittano del fatto che possono vivere e lavorare in Georgia senza bisogno di un visto. Molti guadagnano i loro soldi online, lavorando da casa, spesso anche per aziende straniere. Dall'inizio della guerra sono oltre 30'000 le persone che hanno lasciato la Russia per la Georgia.
I georgiani hanno però sentimenti contrastanti verso questa diaspora. Nel 2008 le truppe russe erano entrate in Georgia e occupato parte del Paese. Un fatto che non è stato dimenticato. "I russi che deono fuggire da Putin e dal suo regime sono i benvenuti. Ma troppi russi in Georgia è pericoloso. Prima o poi Putin verrà anche da noi, con la scusa di liberare i cittadini russi. E ci sarà un'altra guerra". "Non voglio che in Georgia ci sia di nuovo della xenofobia contro i russi. Ma bisogna anche evitare che i servizi segreti russi approfittino di questa migrazione per infiltrare loro agenti."
Uno specialista di Youtube moscovita, anch'egli arrivato in Georgia un paio di settimane fa, dice che qui finora ha fatto esperienze contrastanti. "Ieri mi trovavo per strada con un amico. Un uomo ci ha gridato "Morte ai moscoviti". Succede. E lo posso anche capire. Il problema è però che la Russia ha ancora oggi un atteggiamento imperialistico. E sono i cittadini russi all'estero che devono pagarne il prezzo". Lui e i suoi amici vorrebbero tornare al più presto a casa. Ma in un'altra Russia. Libera.